Capriana (TN): all'Inteclub si discute sulla proposta di cambiare nome ai CAT
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Partecipato interclub dell'Acat: testimonianze e voglia di riconoscibilità
L'assemblea dei gruppi pone un tema urgente
FRANCESCO MORANDINI
CAPRIANA. I Club alcolisti in trattamento devono cambiare nome. E' stato questo il motivo dominante dell'interclub zonale di Fiemme e Fassa delle famiglie dei CAT che domenica pomeriggio si sono ritrovati (circa un centinaio) a Capriana.
Una scelta, quella del Club Rio Bianco di Molina di Fiemme che ha organizzato l'incontro in collaborazione con l'ACAT della valle di Fiemme, non casuale, così come d'estrema attualità è parso il tema dell'incontro: «Il Club, questo sconosciuto». La scelta della piccola comunità ai limiti della val di Cembra è stata fatta con l'obiettivo di aprire un nuovo Club proprio a Capriana. Lo ha ricordato Claudio Demarchi che ha condotto l'incontro, e Gabriele Dallio, residente a Predazzo, ma originario di lì, che dovrebbe esserne il servitore-insegnante.
Ma perché cambiare nome? In tanti hanno rilevato come esso travisi palesemente i contenuti dei CAT. Se i Club sono sconosciuti è anche perché appaiono ciò che non sono: «Se un club di tennisti è un gruppo che gioca a tennis un club di alcolisti appare un gruppo di bevitori», ha sottolineato Nadia, mentre in realtà chi frequenta al Club ha intrapreso un percorso di sobrietà. Un nome possibile? «Club delle famiglie in sobrietà», un nome che aiuterebbe ad abbattere quel muro eretto spesso da coloro (quasi tutti) che pur avendo problemi alcol correlati non si ritengono alcolisti. E' pur vero che resta la difficoltà di capire ciò che avviene al club e che, tutti concordano, lo si capisce davvero solo frequentandolo. Anche per questo il club è un po' sconosciuto. Che fare? Va bene la promozione, ma occorre soprattutto esporsi in prima persona, senza fare la morale a nessuno, come ha detto Vittorio, né lanciare proclami proibizionisti che non servono a nulla, (vedi le sigarette fra i giovani).
Molte, come sempre accade, le testimonianze, anche toccanti, di persone che hanno ritrovato nei Club la serenità e la voglia di vivere.
Pungenti anche le testimonianze di Guido che ha ricordato come la metodologia di Hudolin sia spesso "sconosciuta" agli stessi frequentatori dei Club. E' stata peraltro lamentata l'assenza di molti amministratori invitati. Erano presenti l'assessora di Capriana e della Comunità di valle Alma Demattio che ha ringraziato le famiglie per il loro insegnamento. E Giovanni Zanon, presidente del Comitato di Distretto che ha sottolineato l'assenza dell'Azienda sanitaria. Sono intervenuti anche il dott. Claudio Zorzi, il presidente ACAT Alberto Dagostin, e il presidente provinciale dei Club Remo Mengon che ha commentato: "ne avete messa di carne al fuoco".