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Carcerati USA accusano "Wine & Spirits" di non informare i consumatori sui rischi della dipendenza da alcol

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L'ALCOL COME IL TABACCO? PER CINQUE CARCERATI USA I BIG DELLA DISTRIBUZIONE DEL WINE & SPIRITS USA NON INFORMANO I CONSUMATORI SUI RISCHI DELLA DIPENDENZA DA ALCOL, E LI PORTANO ALLA SBARRA ACCUSANDOLI DEI LORO CRIMINI ...


I grandi gruppi del wine & spirits Usa alla sbarra, con l'accusa di non aver "informato" a sufficienza i consumatori sul rischio di diventarne dipendenti, con tutte le conseguenze del caso. La storia ricorda, vagamente, la trama di "The Insider", il film del 1999 diretto da Michael Mann e interpretato da Al Pacino e Russel Crowe che ripercorreva la storia della denuncia di Jeffrey Wigand alle multinazionali del tabacco, accusate di aver taciuto per decenni i pericoli legati al fumo.


Da allora migliaia di persone intentarono cause contro le multinazionali, costrette in tutto il mondo occidentale al "mea culpa" pubblico. La causa civile intentata il mese scorso da Keith Allen Brown, Jeremy Joseph Brown, Cory Alan Baugh, Woodrow John Grant e Steven Todd Thompson, a ben guardare, ha poco a che vedere con le nobili motivazioni di Jeffrey Wigand: i cinque, infatti, sono detenuti per reati di vario tipo, tutti di natura violenta, e la strategia difensiva di puntare l'indice contro i big della produzione e della distribuzione di wine & spirits, da Adolph Coors ad American Brands, da Anheuser-Busch a Brown-Forman, da Ernest e Julio Gallo a Gallo's Winery, da Miller Brewing a Company, fino a Pepsi-Cola e Rjr Nabisco, scaricando sugli effetti dell'alcol le responsabilità dei loro crimini (e chiedendo danni per un miliardo di dollari ...), è una "forzatura" difficile da dimostrare.


Eppure, Oltreoceano, la vicenda sta avendo una grande eco sui media più importanti, a partire dall'"Huffington Post", che dedica ampio spazio alle dichiarazioni di uno dei cinque condannati, Jeremy Brown, che ribadisce come "mai nella mia vita, prima di diventarne dipendente, sono stato messo al corrente del fatto che l'alcol potesse creare assuefazione e dipendenza". Spiegando poi come la sparatoria che l'ha visto protagonista, nella quale ha gravemente ferito un uomo, e per la quale sta scontando una condanna a 20 anni, "non sarebbe mai avvenuta se non avessi avuto problemi di alcol". Dalle parti delle società tirate in ballo, intanto regna il silenzio, mentre Joe Filicetti, il procuratore della città di Boise, da dove è partita la causa civile, si sbilancia all'emittente "Abc", ricordando come "sia a conoscenza di chiunque il fatto che l'alcol crei dipendenza, è noto a tutti per essere una sostanza che riduce le inibizioni e porta a fare cose che, altrimenti, non faremmo".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)