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Carceri: il 30% dei detenuti ha un problema di tossicodipendenza

Carceri: il 30% dei detenuti ha un problema di tossicodipendenza

"Dei circa 69mila detenuti che oggi affollano le 206 carceri italiane, uno su 3 e' straniero e il 30% circa

tossicodipendente: di questi, 18mila sono affetti da epatite C ed il 25% sono hiv positivi". E' Donato Capece, segretario

generale del Sappe, a raccogliere l'allarme lanciato a Riva del Garda nel corso del quarto congresso di Federserd, la

Federazione degli operatori dei servizi pubblici per le dipendenze.
"Considerevole - ricorda Capece - e' anche la percentuale di detenuti con malattie mentali. Tutto questo va ad aggravare le

gia' pesanti condizioni lavorative delle donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria, oggi sotto organico di ben

6mila unita'. Il detenuto affetti da tossicodipendenza o malattie mentali, come ogni altro malato limitato nella propria

liberta', sconta una doppia pena: quella imposta dalle sbarre del carcere e quella di dover affrontare la dipendenza dalle

droghe o il malessere psichico in una condizione di disagio, spesso senza cure adeguate e senza il sostegno della famiglia o

di una persona amica. Forse e' il caso di ripensare il carcere proprio prevedendo un circuito penitenziario differenziato per

queste tipologie di detenuti".
Il segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria sottolinea come "nonostante l'Italia sia un Paese il cui

ordinamento e' caratterizzato da una legislazione all'avanguardia per quanto riguarda la possibilita' che i tossicodipendenti

possano scontare la pena all'esterno, questi ultimi rappresentano circa il 30% del totale della popolazione detenuta. E'

previsto che i condannati a pene fino a 6 anni di reclusione, 4 anni per coloro che si sono resi responsabili di reati

particolarmente gravi, possano essere ammessi a scontare la pena all'esterno, presso strutture pubbliche o private, dopo aver

superato positivamente o intrapreso un programma di recupero sociale. Nonostante cio' queste persone continuano a rimanere in

carcere. Noi riteniamo sia invece preferibile che i detenuti tossicodipendenti, spesso condannati per spaccio di lieve

entita', scontino la pena fuori dal carcere, nelle Comunita' di recupero, per porre in essere ogni sforzo concreto necessario

ad aiutarli ad uscire definitivamente dal tragico tunnel della droga e, quindi, a non tornare a delinquere"