Carlo Nebiolo, Presidente dell'Epat: "Il vero freno alla ripresa del comparto del vino si chiama etilometro"
Carlo Nebiolo, Presidente dell'Epat: "Il vero freno alla ripresa del comparto del vino si chiama etilometro"
"Molti incidenti stradali del sabato sera tra i giovani, non sono causati dal consumo eccessivo di vino ma da un miscuglio di
sostanze alcoliche di dubbia provenienza e di dubbia salubrità"
La sacrosanta lotta agli abusi dell'alcol ha coinvolto troppo il comparto del vino, che non si è saputo o voluto distinguere
da quello degli altri alcolici. Sui controlli con gli etilometri c'è una certa confusione e una buona dose di esagerazione
con riflessi psicologici sui comportamenti dei consumatori. Come paese produttore dovremmo allinearci alle scelte europee ma
senza eccessi da talebani del proibizionismo.
("La Stampa", 29/08/2010)
Così come chiaramente ha espresso, tramite una recente intervista a "La Stampa" Paolo De Castro, Presidente della Commissione
agricoltura del Parlamento europeo, Costantino Charrère - Presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti -
lancia un grido di allarme a tutta la comunità enologica italiana, alle istituzioni, ai consumatori a proposito
dell'etilometro.
E' comprovato scientificamente che l'etilometro a fiato (usato dalle Forze dell'Ordine in Italia) è inaffidabile e non è in
grado di attestare "realmente" le capacità di guida e lo stato di sobrietà dell'automobilista. (Art. 186 del codice della
strada, guida in stato di ebbrezza, con automobilisti trovati con un tasso alcolico superiore allo 0,5 g/l., limite
consentito per legge).
Prima di tutto è importante sottolineare che il consumo di vino, a seguito dell'introduzione dell'etilometro nel Codice della
strada, ha profondamente modificato le abitudini di consumo: "un cliente su tre non beve più al ristorante. Il vero freno
alla ripresa del comparto si chiama etilometro", così ha affermato Carlo Nebiolo Presidente dell'Epat.
E ancora: molti incidenti stradali del sabato sera tra i giovani, non sono causati dal consumo eccessivo di vino ma da un
miscuglio di sostanze alcoliche di dubbia provenienza e di dubbia salubrità. Purtroppo i giovani bevono di tutto ma raramente
il vino! Ecco perché è importante dire chiaramente che esiste una sostanziale differenza tra il consumo di alcool a
fermentazione naturale - sano e di grande qualità - e alcool a fermentazione industriale - spesso adulterato e di scarso
valore!
Per FIVI è urgente una soluzione concreta e attendibile, è fondamentale educare e informare opponendosi a certe campagne
proibizioniste, non necessarie né utili alla soluzione del problema. Questo è il momento giusto per i produttori ed i
ristoratori, di passare da una fase di rifiuto ad una fase decisionista, arginando la demonizzazione: il produttore ed il
ristoratore di qualità devono fare informazione, devono comunicare, ancor prima delle istituzioni, un messaggio positivo: che
si può bere ma con la testa, si può bere consapevolmente e quindi senza eccessi.
La cultura del bere sano si costruisce informando, appassionando ed educando al vino ed alle sue tradizioni, questo è
l'obiettivo che la Federazione intende raggiungere promuovendo un approccio al bere sobrio, conviviale e lontano dagli
eccessi. L'educazione e la prevenzione sono gli unici strumenti capaci di creare un rapporto sano tra "alcool e individui".
Una soluzione concreta in risposta all'etilometro ci sarebbe già, come afferma FIVI: utilizzare strumenti efficaci per la
constatazione del livello di sobrietà e di capacità alla guida, come per esempio il "riflessometro" che in tempo reale misura
uno dei requisiti essenziali per una guida sicura è cioè la rapidità di risposta ad uno stimolo esterno e le cosiddette
"prove di sobrietà", quali camminare lungo una linea retta, stare su una gamba, toccarsi il naso con un dito.
Il proibizionismo, come la storia insegna, non ha mai portato a niente di buono, prevenire ed educare invece sono le strade
giuste per aiutare i consumatori ed il mercato!