Casarza (PN): “Vino, sport e salute”, considerazioni sul convegno
Casarza (PN): �Vino, sport e salute�, considerazioni sul convegno
Un folto pubblico, composto principalmente da giovani, ha riempito la sala-magazzino della Cantina La Delizia di Casarsa per il convegno ‘Vino, sport e salute', uno degli eventi clou della 62esima edizione della Sagra del Vino. Dopo i saluti dei promotori Pro Casarsa della Delizia, con il presidente Stefano Polzot, Comune di Casarsa, con il sindaco Angioletto Tubaro, la Cantina, con il presidente Denis Ius, e l'assessorato allo sport della Regione, con Elio De Anna, si è entrati nel vivo dei lavori, guidati dall'associazione Vino e Salute e da quella nazionale Città del Vino (presenti varie autorità, tra cui il viceprefetto di Pordenone, Cappetta, il vicepresidente del Coni provinciale pordenonese, Canzian, il consigliere provinciale Gasparini, Casula del Ducato di vini del Friuli e il vicesindaco di Trento Biasioli). Ospite d'eccezione il Campione del mondo di pallavolo Lorenzo Bernardi. Il convegno ha evidenziato gli aspetti positivi di un consumo consapevole del vino, soprattutto per giovani e sportivi, differenziando il buon bere dall'abuso di superalcolici, attualmente al centro della discussione a livello nazionale.
GLI INTERVENTI. "Il vino - ha spiegato nell'introduzione il professor Stefano Ciardi, presidente dell'associazione Vino e salute - non va demonizzato, un bicchiere a pasto fa bene. Piccole dosi, come ha detto il professor Umberto Veronesi recentemente, fanno bene contro il tumore all'intestino. Il vino è come dottor Jekyll e mister Hyde, con un lato positivo e uno negativo: il bene sono gli antiossidanti che contrastano i radicali liberi, e da questo deriva il collegamento con l'attività sportiva. Il tutto sempre con un'alimentazione corretta". Concetto scientifico svelato negli anni '90 dal cosiddetto ‘paradosso francese': tra gli europei, essi muoiono meno di malattie cardiovascolari, pur mangiando molti grassi, dal momento che consumano tanto vino nero. Questa la scoperta che ha avviato gli studi sui benefici del vino. "E il rapporto con lo sport è nato con il maratoneta olimpico Stefano Baldini - ha aggiunto - il quale, la sera prima di ogni maratona, ha detto di bere due bicchieri di vino rosso per combattere i radicali liberi".
"I giovani tra i 15-20 anni - ha aggiunto Alberto Zanutto, docente di sociologia all'università di Trento - per il 70 per cento consumano alcol. E per loro l'alcol è una leva per la socializzazione, specialmente nel fine settimana. A loro serve per l'identità, e bisogna tenere conto di questo". Proprio la presenza di così illustri relatori di fronte a una platea di giovani, ha portato il presidente della Provincia di Pordenone ad annunciare il prossimo avvio di un nuovo studio. " A livello provinciale - ha dichiarato il presidente Alessandro Ciriani - abbiamo macrodati sul consumo dell'alcol nella popolazione, ma niente legato specificatamente agli adolescenti. Partendo dal convegno di oggi, vogliamo presto avviare un Osservatorio che permetta di capire anche qui da noi come e quanto i più giovani consumano alcol, anche per tarare le successive azioni di politiche sociali insieme alle strutture sanitarie. Metteremo a disposizione il nostro Osservatorio politiche sociali per ricavare questa fotografia".
"Vino è pur sempre un alimento - ha ricordato l'assessore regionale Elio De Anna -, e lo sportivo lo consuma. Come assessorato regionale allo sport, commissioneremo uno studio sull'arco di 15 anni che indichi quanto si possa risparmiare nella spesa sanitaria futura investendo oggi nello sport". I Progetti giovani locali hanno poi presentato dei video musicali realizzati dagli stessi ragazzi contro l'abuso di alcol. "Perchè il vino in questi anni è retrocesso, con una metafora calcistica, in serie C ed è ritenuto pericoloso? - ha spiegato Luca Calamai, vicedirettore de La Gazzetta dello Sport -. Il mondo del vino non si è promosso abbastanza, e lo invito a sfruttare meglio l'immagine degli sportivi, da coinvolgere nella sua attività. Per Niels Liedhom, dopotutto, una buona vendemmia valeva come uno scudetto: questo è uso intelligente del vino".
"Manca spesso un educatore al bere e al vino - ha aggiunto il Campione mondiale di pallavolo Bernardi (sopra nella foto) -. Io ho fatto 24 anni di professionismo e il vino più che altro l'ho bevuto dopo le vittorie quando, tra virgolette, ne puoi berne un po' di più per festeggiare. Ma anche quelle volte, mi raccomando, testa sopra il collo: qualsiasi medico dice che un bicchiere di vino va bene, ma non bisogna eccedere e perdere l'autocontrollo. Anche nel mondo dello sport ho visto atleti bruciati dall'abuso di alcol, prima causa di troppi infortuni muscolari. Con il passare degli anni le cose sono cambiate: a inizio carriera era vietato bere vino, ma con il divieto crei voglia di trasgredite, ci vuole un approccio positivo e non cadere nella dipendenza".
"Il vino usato in maniera moderata fa bene alla salute - ha detto Giampaolo Pioli, presidente dell'associazione nazionale Città del Vino -, non è un veleno. Guidare dopo aver bevuto è pericoloso, certo che noi non possiamo però accettare le campagne proibizioniste che fanno di tutta un'erba un fascio. In discoteca non ho mai visto un sommelier che serve vino buono. Alcuni hanno chiesto di rialzare il tasso alcolemico alla guida allo 0,8 dallo 0,5 attuale, ma non è questo il problema, perchè il limite è legato alla corporatura di una persona. Da subito, invece, ci vuole una campagna nazionale di educazione all'uso moderato del vino, che fa bene. E per far questo ci vogliono fondi, per i quali faccio un appello a Stato e Regioni per aiutare nostri Comuni aderenti all'associazione".