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Cassazione: guida con alcol o droghe, il test in ospedale scatta anche senza consenso

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Guida con alcol o droghe: test in ospedale senza consenso
I test con l'etilometro o per le droghe, una volta in ospedale, scattano anche senza consenso dell'interessato. Lo dice la Cassazione
La Corte di Cassazione, sezione quarta penale, con la sentenza n. 46988/11, depositata il 20 dicembre 2011, ribadisce un indirizzo costante:  se i prelievi di ematici vengono effettuati durante le cure di pronto soccorso, possono essere utilizzati ai fini del rilevamento nel sangue di alcol o cannabinoidi, anche senza espresso consenso dell'interessato.
BECCATO CON ALCOL E DROGA NEL SANGUE - L'automobilista ricorso in Cassazione non ha avuto fortuna. Come tanti automobilisti italiani (purtroppo) ha sottovalutato i rischi della guida sotto l'effetto di alcol e stupefacenti, al punto che quando in seguito a incidente stradale è stato portato al pronto soccorso, i prelievi ematici hanno rivelato la presenza nel suo corpo non solo di alcol (0,86 g/l, secondo scaglione di gravità, secondo l'art. 186 C.d.S.), ma anche di cannabis. Informata dei fatti la Procura metteva sotto sequestro i campioni di sangue per ulteriori accertamenti. Il provvedimento di sequestro veniva poi impugnato dalla difesa dell'indagato, perché nessuno gli aveva chiesto, nonostante fosse cosciente e vigile, il consenso ad essere sottoposto a controlli. Il Tribunale del Riesame, ora confermato dalla Suprema Corte, rigettava la richiesta dell'automobilista, sostenendo che i controlli erano stati lecitamente effettuati.
PRELIEVO AD HOC? - L'argomento utilizzato dalla difesa era il seguente: i prelievi non sono stati effettuati nell'ambito di cure di pronto

soccorso, ma appositamente per procedere ai controlli su alcol e droghe. Per fare questo era necessario chiedere all'interessato il consenso,

essendo prevista la possibilità di rifiutarsi dall'art. 186, co 7 del C.d.S.. Tale consenso può essere saltato infatti solo nell'ipotesi che

il sangue sia stato prelevato nel corso di operazioni diagnostiche e di cura; in tal caso le autorità possono chiedere ai sanitari che siano

effettuati gli accertamenti relativi a sostanze stupefacenti e alcol senza chiedere il consenso all'interessato. I Giudici di Piazza Cavour

sul punto hanno tagliato corto: che i prelievi siano stati effettuati nell'ambito di cure è provato e le affermazioni della difesa sono prive

di riscontro. Il ricorso è stato rigettato.
UN DIVIETO DIFFICILE DA INTROIETTARE - Le strette progressive che sono state adottate dal codice della strada sulla guida in stato di

ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, hanno introdotto negli ultimi anni una nuova concezione della sicurezza stradale, che si

scontra però con il fenomeno opposto dell'incremento dei consumi di bevande alcoliche e di droga, non solo nei giovani. La riprovazione

sociale data dal mettersi alla guida dopo aver alzato un po' il gomito, non è allineata con le conseguenze giuridiche che ne possono

derivare, che sono sempre più frequenti grazie all'aumento dei controlli. Mano a mano che le esperienze negative di automobilisti duramente

sanzionati per questo tipo di infrazioni si diffondono nella coscienza collettiva, si spera venga introiettato il concetto della gravità di

questo tipo di condotta, ancora non abbastanza presente nel senso comune.
di Antonio Benevento


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)