Castel San Giovanni (PC) contro l'alcol: la comunicazione partecipata
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Siamo sinceri. Quando diciamo qualcosa a qualcuno e questo qualcuno al posto di fare quanto gli abbiamo detto fa tutt'altro, le conclusioni che traiamo è che lui non ha capito niente, oppure non ha ascoltato, o peggio "ha fatto apposta" a fare il contrario.
Di fronte a una difficoltà comunicativa tendiamo sempre a dare la colpa all'altro nella sua incapacità di recepire il messaggio, attribuendogli le principali responsabilità dell'insuccesso comunicativo.
Il politico sconfitto dice degli elettori che non l'hanno votato che la loro coscienza politica è superficiale, mentre la società adulta stigmatizza l'incomunicabilità con i giovani con una loro non voglia di ascolto e di "non essere più come quelli di una volta".
Concentrare l'attenzione sulla presunta colpevolezza dell'interlocutore però è una pessima idea, perché impedisce di vedere quello che davvero sta succedendo: un'assenza di interazione con l'interlocutore che si traduce in comunicazione distorta e di reciproco rifiuto.
Purtroppo siamo portati a credere che il parlare e l'ascoltare siano abilità naturali che, a differenza del leggere e dello scrivere, non necessitano di essere insegnate. E invece malgrado le apparenze saper comunicare con gli altri è tutt'altro che facile e istintivo e il fallimento comunicativo è dovuto non solo all'incomprensione del messaggio,ma, ancora più a monte, alla sua non ricezione.
C'è comunicazione solo se si instaura un rapporto tra chi manda un messaggio e chi lo riceve. La comunicazione per essere compresa, deve essere prima di tutto riconosciuta e accettata, deve essere l'inizio di una relazione tra i due interlocutori. È un po' come se noi parlassimo al telefono senza aspettare che dall'altra parte del filo abbiano alzato il ricevitore.
Il tipo e la qualità del messaggio devono plasmarsi su una strategie comunicativa che non si basa sul "mi piace" o "non mi piace" ma più professionalmente sul funziona o non funziona. Una teoria o meglio un metodo di lavoro con cui le I e la II classi del I.P.S. Casali di Castel San Giovanni si sono cimentate per concretizzarlo in una campagna di sensibilizzazione contro l'abuso dell'alcol prima di guidare.
Secondo le ultime stime del Ministero della Salute il 70% degli incidenti stradali è dovuto infatti all'abuso di sostanze alcoliche e la maggior parte di questi vedono coinvolti giovani sotto i venticinque anni.
Una campagna riferita ai loro coetanei è certamente una sfida interessante: diffondere consapevolezza sui danni dell'alcol senza cadere nella "noia", nel "moralismo" o nel "terrorismo psicologico", ma anzi creando un messaggio curioso, capace di suscitare attenzione e di "colpire" con la stessa schiettezza e immediatezza che contraddistingue il loro modo di comunicare.
Si è trattato di realizzare una comunicazione sintetica, semplice e diretta, quasi minimalista, priva di informazioni medico scientifiche non appartenenti né alle loro conoscenze, né al loro linguaggio.
Volutamente sono stati scartati tutti quei messaggi di tipo ricattatorio riconducibili alla paura: se bevi ti capiterà che... con immagini di sangue e morte... (il terrore non educa) o quelli che fanno la "morale": i ragazzi intelligenti non bevono, che letta diversamente dice se bevi sei scemo (svalutare è sicuramente il metodo peggiore per cercare di stabilire un qualsiasi tipo di relazione)
L'impatto visivo è rappresentato da una foto notturna di un incrocio visto in cui la segnaletica orizzontale dello stop è stata spostata in avanti fino al centro strada, al piede il testo principale cita "fermati di bere prima, per evitare di fermarti dopo." Sotto un testo secondario conclude "L'alcol riduce di 4 volte la capacità di reazione agli ostacoli.
Come in una sorta di gioco l'immagine si differenzia dall'originale dalla modifica di un dettaglio, mentre il testo, con il suo doppio riferimento verbale, rafforza lo stimolo della sorpresa, valorizza la capacità percettiva e intuitiva del fruitore del messaggio stesso (gli si dimostra considerazione) e contribuisce attraverso l'aspetto ludico ad abbassare il livello di rifiuto nei confronti di una comunicazione non richiesta.
Una campagna articolata oltre che su diecimila cartoline anche sulle pagine della Libertà che ne ha dato il proprio patrocinio. Infine ma importantissimi gli sponsor che hanno dimostrato interesse e fiducia nel progetto, offrendo il loro prezioso contributo alla realizzazione della campagna come la Banca BCC di Creta - Credito Cooperativo Piacentino, la ditta Razza Noleggi (piattaforme aeree) e l'agenzia creativa Gasp! Grafici Associati Piacentini.