338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Castellammare di Stabia: tra droghe ed alcol, per i giovani è stata l'estate dello sballo

Castellammare di Stabia: tra droghe ed alcol, per i giovani è stata l’estate dello sballo

Tossicodipendenze tra i giovani, un'estate nera per il Ser.T. di Castellammare di Stabia. E' preoccupante il bilancio

delServizio Tossicodipendenze dell'Asl nell'area stabiese, dei Lattari e della penisola sorrentina. In aumento tra i giovani

l'abuso di alcool e droghe, causa anche dell'impennata di incidenti stradali. Sebbene mancano ancora alcune settimane al

termine dell'estate, il Servizio di Tossicodipendenze e Dipendenze Patologiche di Castellammare di Stabia già riesce a

tracciare un bilancio negativo, se non allarmante sugli usi e abusi di alcool e droghe trai giovani e non solo. La relazione

emessa è riferita al territorio stabiese e dei comuni dei Monti Lattari - Castellammare, Sant'Antonio Abate, Pimonte,

Lettere, Gragnano, Casola, Agerola, Santa Maria la Carità, Vico Equense, Meta e Sorrento - e sottolinea gli aumenti di usi e

abusi di droghe ed alcool registrati nel periodo estivo, dovuti principalmente al diffondersi di disagi e problematiche

giovanili. Tali abusi fanno senz'altro da sfondo ai tanti incidenti stradali successi sulle strade del comprensorio durante

questa estate, spesso causati come in diversi casi accertati, dagli stati di dipendenza e di ebbrezza delle persone

coinvolte. Secondo il Servizio di Tossicodipendenze diretto dal direttore responsabile, il dottore Bruno Aiello, il fenomeno

delle tossicodipendenze e delle dipendenze è un fenomeno "dinamico" ed in continua trasformazione che registra un aumento

graduale dell'uso e del consumo di sostanze stupefacenti fra i ragazzi ed i giovani, anche se l'età media dei consumatori

abituali è di 29 anni, rilevando un invecchiamento della utenza "storica". Ma secondo le indagini e gli studi condotti

durante tutto l'anno, ci sono altri dati allarmanti che fanno preoccupare: secondo il documento relazionato dal Ser.T.,

l'eroina, tenendo conto anche quella fumata, torna ad essere la sostanza primaria di abuso fra i giovani, dopo qualche

flessione negli anni scorsi rispetto all'utilizzo della stessa, unitamente alla cocaina e ai cannabinoidi utilizzati in età

sempre più adolescenziale, mentre l'abuso di alcool tra i giovani è una costante, divenuto ormai un'abitudine. Dallo studio

del territorio e dalla elaborazione di parte dei questionari somministrati a campione nei bar della intera ASL NA3 SUD

nell'ambito di una ricerca che ha condotto il Ser.T. al fine di rilevare le abitudini, i cambiamenti e gli stili di vita dei

giovani (16-29 anni), inserita nel più ampio progetto S.A.R. (Sistema di Allerta Rapida) emergono dei dati significativi

anche ai fini del nostro dire. Sui dati ufficiali che saranno pubblicati a fine Settembre durante un convegno regionale sulle

tossicodipendenze che sarà tenuto in Campania, il dottore Bruno Aiello e la sociologa Rosa Abagnale Ovallesco tengono a fare

alcune considerazioni: "Purtroppo ci sono stati ancora dei morti sulle nostre strade, ancora stragi, soprattutto in un

momento di svago, quale viene ritenuto il sabato sera. Non tempo di svago, ma test di personalità - questa è la diversa

lettura che dà il dottore Bruno Aiello del "sabato sera" come attualizzazione del "senso dell'essere" del giovane - dove il

giovane cerca il senso dell'essere, da non confondere con il "senso della vita" e leggere il sabato sera in questa ottica, è

un modo per sostenere il senso dell'essere dei nostri stessi giovani. Secondo alcuni sondaggi effettuati sui genitori di

circa 300 intervistati ed agli stessi ragazzi, abbiamo ricevuto risposte univoche che per l'80% il sabato sera è un tempo di

svago ma tutte le risposte venivano date in modo diverso e variegato su quale tipo di svago era preferito. Inoltre la maggior

parte delle risposte non avevano una corrispondenza fra di loro". Secondo le indagini e gli studi portati avanti dal Ser. T.

guidato dal dottore Bruno Aiello, il "tempo" del sabato sera è un modo per i giovani per confrontarsi con il mondo che li

circonda: "L'analisi complessiva di dette risposte, nonché la nostra esperienza quotidiana e con l'utenza e con ragazzi che

incontriamo in ambito scolastico ed associativo - tiene a spiegare la sociologa Rosa Abagnale Ovallesco - ci ha portato a

considerare il sabato sera come "tempo per un test di personalità" dove ciascun giovane verifica la forma del suo corpo, i

tratti del suo carattere, la sua capacità di socializzazione, la qualità della sua sessualità, la profondità della sua

introversione, il successo delle proprie e/o apprese tecniche di corteggiamento, la sua "scemenza" e la sua intelligenza. Per

i nostri ragazzi il sabato sera si configura non come tempo di svago, ma di vero lavoro, un lavoro concentrato in poche ore,

che "sfianca" e perciò molto spesso finisce in alcool e droga. Il sabato sera inizia non ad un orario, ma dove comincia quel

mondo "altro" dalle mura di casa, mondo dove gli adolescenti, anche quei pochi che si astengono, sanno di "dover" entrare

senza sapere "come", anche perché nessuno lo spiega prima, alla ricerca di un essere da realizzare poi nel corso della

esistenza. I giovani realizzano ciò soprattutto vivendo il gioco del sabato sera - continua il dottore Bruno Aiello -

giocando quel gioco duro dove si confrontano identità, libertà, sessualità e socializzazione senza la protezione familiare,

come è giusto che sia, perché da quella protezione è giunto il momento di uscire. Dalla nostra analisi possiamo affermare che

non è "lo sballo" che essi cercano, ma, in modo concentrato, maldestro e disordinato, è quella ricerca di senso dell'essere

che non possono evitare e da cui escono rafforzati o sconfitti e, in alcuni tragici casi, cadaveri. Dovremmo sostenere

questa ricerca minacciata dall'ansia della perfezione, che rifiuta la propria limitatezza - da cui l'uso di sostanze, alcol o

droghe, per disinibirsi, per approcciare disinvoltamente, per essere capaci di divertirsi - dovremmo far capire che la

imperfezione dell'essere umano è una qualità del fatto di essere e che, come afferma A. Jollien, giovane disabile con

paralisi cerebrale, "la vita non è una rivale, ma un'alleata. Un'alleata esigente, severa, ma in fondo un'alleata".
Vincenzo Vertolomo