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CAT di Verona: l'alcol "spacca" le famiglie

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L'alcol spacca le famiglie

Più di un centinaio i gruppi che operano nel veronese e propongono un percorso di disintossicazione
L'alcol si combatte attraverso le testimonianze di vita vissuta, con i racconti di chi è scivolato nel baratro della dipendenza e ne è uscito, grazie anche alla comunità di persone, familiari e non, che si è stretta intorno a lui sostenendolo.
Di questo, dei problemi alcol correlati, di quanto sono diffusi anche sul nostro territorio e delle iniziative per imparare a reagire alla dipendenza, si è parlato durante il 2° Congresso Regionale dei Club Alcologici Territoriali del Veneto, che si è svolto nell'auditorium della Gran Guardia. Un'iniziativa organizzata dall'Arcat, associazione Regionale dei Club Alcologici Territoriali, Veneto, in collaborazione con il Coordinamento delle Acat e di tutti i club della provincia di Verona.
"Le famiglie che hanno la disavventura di avere la vita condizionata dalla presenza dell'alcol perdono la capacità di progettare il futuro, vivono in un continuo angosciante presente, si negano persino di sognare. I club, presenti in Italia da più di 30 anni e in Veneto dall'82, danno una risposta efficace alle persone e famiglie con problemi alcol correlati, e costituiscono un ampio movimento di persone e di famiglie che migliorano la propria salute e quella della comunità", spiegano gli organizzatori del congresso, patrocinato dal Comune, che ha concesso gratuitamente l'utilizzo dell'auditorium.
La giornata è stata ravvivata dalle note del videoclip «Verso casa mia», diretto e interpretato dal cantautore Giancarlo Di Muoio, e che vede la partecipazione di Luca Abete di Striscia la notizia, che ha come obiettivo quello di sensibilizzare e combattere il fenomeno dell'uso eccessivo di alcol, soprattutto tra i ragazzi. "Sono un giovane anch'io e quindi questo tema mi colpisce profondamente", ha spiegato Di Muoio, classe '81.
Ad oggi, sono operativi 519 club con poco meno di 4.000 famiglie sul territorio regionale di cui 110 nella sola provincia di Verona. Ma cosa sono questi club e in che modo possono rappresentare la via d'uscita dalla dipendenza e quindi un ritorno alla vita? "I Club propongono un percorso che consente di ritornare a sognare, a progettare positivamente, a riacquistare autostima e, gradualmente, il proprio ruolo nella società. Attraverso la frequenza del Club avviene una serie di cambiamenti spirituali e comportamentali che nell'insieme costituisce lo "stile di vita" delle persone. Uno stile di vita migliore si traduce in una più proficua presenza nella comunità con la diminuzione dei problemi sociali", hanno spiegato i vertici Acat a livello regionale. Fra i comportamenti più evidenti, registrati in chi frequenta i gruppi Acat, la sospensione dell'uso di sostanze.
Uno dei fronti su cui l'associazione si sta impegnando attivamente in questi anni, dal 2001, è il problema alcol correlato all'immigrazione. Le famiglie straniere che frequentano i gruppi Acat, infatti, rappresentano solo una minima parte, circa l'1,5 per cento del totale. "Ma i club dovrebbero rappresentare lo specchio della società e sappiamo che i problemi alcol correlati sono molto presenti anche nelle comunità straniere, solo che a volte vengono maggiormente nascosti e solo raramente affrontati", spiega Nicoletta Regonati del Coordinamento regionale che si occupa proprio di questo fenomeno sociale. "Stiamo quindi lavorando insieme ai Sert e ai Servizi di alcologia e al privato sociale, collaborando attivamente anche con le comunità straniere presenti sul territorio, per sensibilizzare le persone provenienti da altri Paesi e di altre culture e informarle anche nella loro lingua delle possibilità offerte dai Servizi e dall'associazione. Il lavoro da fare è ancora molto ma la strada giusta è proprio quella di raggiungere quante più persone possibile", aggiunge Regonati.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)