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News di Alcologia

Catania: alcol e movida selvaggia

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«Bevono alcol con 1 euro si esaltano e fanno danni»
giovanna quasimodo
Il centro storico sembra essere caduto in mano ai vandali o, se preferite, ai bulli, a bande di giovanissimi cioè che non hanno altro modo

per esprimere la propria assenza di valori, e soprattutto la propria fragilità interiore, se non esprimendosi in atti di aggressività e

distruttività. Si distrugge l'arredo urbano, si imbrattano i muri, di commettono piccoli reati predatori, ci si azzuffa coi cocci di

bottiglia di birra in mano e altro. Uno dei luoghi comuni più è quello di attribuire le cause di questa situazione alla carenza di «divise»

in giro per strade e piazze, ma in realtà la problematica ci porterebbe molto più lontano, alle radici del fallimento di un'educazione che né

la famiglia, né la scuola, sembrano in grado di impartire, lasciando che gli adolescenti si ispirino nel loro stile di vita ai telefilm

americani pieni di violenza o, peggio, alle trasmissioni televisive-spazzatura, dove quel che più conta è l'apparire e non l'essere. E

l'educazione dei ragazzi non è certo un compito addebitabile alle forze dell'ordine, le quali, anzi, per la verità coi loro frequenti

progetti di legalità attuati nelle scuole (vedi «Un poliziotto per amico» o «Silenzio in aula»), vanno addirittura al di là dei loro stessi

compiti istituzionali. Ma i risultati alla fine non si colgono.
Stando così le cose e osservando quanto accade nel centro storico cittadino, la realtà impone che comunque i controlli debbano essere

espletati, anzi potenziati.
Per esempio la Questura già da tempo ha potenziato i servizi in centro storico nei fine settimana, così pure i Vigili urbani, anche se poi

gli strumenti giuridici per contrastare le rovinose scorribande di questi ragazzini sono molto esili, dato che un minore di quattordici anni

di fronte alla legge non è neppure perseguibile. La presenza della divisa, indiscutibilmente, è pur sempre un deterrente, ma non basta.
E in tale contesto che chi è sempre più convinto che ad alimentare questo genere di atti distruttivi compiuti dai branchi di giovanissimi

delinquenti in centro storico ci si mettano anche taluni gestori di chioschetti e piccoli locali privi di scrupoli che pur di fare casse

vendono a chicchessia, compresi pure i bambini, bevande e cocktail su base alcolica (vedi gli ormai diffusissimi rum e pera o rum e coca) al

modico prezzo di un euro o al massimo un euro e mezzo.
«I ragazzi assumono alcol, sballano e si esaltano e perciò fanno danni - sostiene Dario Pistorio, presidente regionale e provinciale della

Fipe-Confcommercio, la più corposa organizzazione sindacale che accorpa i pubblici esercenti - e tutto ciò accade perché con sempre più

frequenza alcuni gestori che non svolgono il proprio dovere, approfittando della carenza dei controlli, vendono alcolici ai minorenni».
«La situazione è preoccupante - continua Pistorio - anche perché i più frequenti atti di vandalismo accade in certe zone franche del centro

storico dove i minorenni hanno facile accesso agli alcolici. La nostra proposta, avanzata al sindaco circa sei o sette mesi fa, è quella di

dare uno stop alle licenze commerciali in centro storico». Anche il Comune di Catania, infatti, si è adeguato alla Legge Bolkestein, che ha

fatto propria una specifica normativa europea che regola il settore ed esemplifica al massimo le procedure burocratiche, al punto tale che

chiunque, senza controllo e regole, sulla basa di un'autocertificazione, può avviare un'attività di ristoro nello stesso giorno in cui invia

la richiesta di autorizzazione al Comune.
«L'amministrazione comunale - precisa il presidente Fipe - ha la possibilità di bloccare queste autorizzazioni, in virtù di una deroga,

motivata da motivi di sicurezza e ordine pubblico, prevista dalla stessa legge Bolkestein».
La richiesta della Fipe, finora, non è stata presa in considerazione dagli amministratori comunali.
Sempre da fonte Fipe, apprendiamo infine, che i pubblici esercizi sorti in centro dopo il varo della Bolkestein, vale a dire a 16 mesi dal

varo della normativa, sono all'incirca una sessantina. Una sessantina di locali che operano senza controllo.
Le altre due richieste collaterali avanzati dalla Fipe sono pressoché scontate, ma vale la pena riferirle: l'incremento delle forze

dell'ordine nei giorni della movida e un'intensificazione dei controlli sulla somministrazioni di bevande alcoliche ai minorenni.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)