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Cesena: quasi 2mila persone ossessionate da videopoker e slot machines

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Quasi 2mila persone ossessionate da videopoker e slot machines


„Anche a Cesena la dipendenza patologica al gioco d'azzardo sta diventando un fenomeno preoccupante. Nel giro di pochi anni il Servizio Tossicodipendenze dell'AUSL di Cesena ha visto più che triplicare il numero di persone seguite per problemi correlati a patologie da gioco: nel 2008 erano 13, nel 2011 sono state 33, nel primo semestre del 2012 sono già una quarantina. Più in generale si stima - sulla base delle statistiche nazionali - che nella nostra città il numero di giocatori patologici oscilli fra 700 e 2000.

D'altro canto, nel giro degli ultimi anni è enormemente aumentata l'offerta in questo campo, favorita anche da alcune modifiche introdotte nella disciplina: ad esempio, nell'intento di contrastare il fenomeno del gioco clandestino è stata legalizzata una tipologia di apparecchi in precedenza vietata, che consente piccole vincite in denaro (erogate direttamente dalla macchina), innescandone la diffusione.
Per quanto riguarda il territorio comunale di Cesena, attualmente sono presenti 35 sale da gioco autorizzate, e di queste 9 hanno un permesso specifico all'utilizzo di questi videoterminali, per un totale di 550 apparecchi. Ma si ritiene che il loro numero sia destinato a crescere, visto che le autorizzazioni di questo tipo sono tutte molto recenti (rilasciate tra il 2010 e il 2012) e quindi è possibile che gli investimenti privati su tali sale non sia ancora completamente concluso.

"Nulla in contrario verso queste attività in quanto tali, e tanto meno verso chi sogna un colpo di fortuna acquistando ogni tanto un 'gratta e vinci' - dichiarano il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi e l'Assessore alle Politiche per il benessere dei cittadini Simona Benedetti -. Il problema si pone quando chi gioca non riesce a frenarsi, e il gioco diventa una vera e propria malattia, che provoca molta sofferenza e danni enormi da un punto di vista sociale ed economico. Per questo abbiamo ritenuto importante avviare una riflessione profonda su questo problema, a partire dal consiglio comunale, in modo da poter definire strategie e interventi che ci rendano tutti più coscienti dei rischi".

In questa direzione si muove la delibera che il Consiglio Comunale sarà chiamato a discutere prossimamente e che definisce le linee guida di un progetto volto a diffondere una maggiore consapevolezza tra la popolazione riguardo i rischi legati al gioco d'azzardo.
Si tratta di un progetto organico che si propone di attivare collaborazioni e stimolare sinergie con associazioni di categoria, scuole, soggetti privati e famiglie. Gli obiettivi principali del progetto - che vedrà anche il coinvolgimento del Sert e dell'Ausl - sono l'avvio di un'azione di promozione per un utilizzo moderato e consapevole di slot-machine e altri giochi popolari - come gratta e vinci, scommesse sportive, giochi su internet - rivolta soprattutto alle categorie a rischio dipendenza e ai giovani; un'azione di prevenzione volta a identificare per tempo il sorgere di una dipendenza patologica o di "gioco problematico", favorendo il contatto con servizi d'assistenza specialistica e associazioni a sostegno dei singoli e delle famiglie; la collaborazione con i soggetti operanti nel settore, come sale da gioco, bar e locali notturni, volta a stimolare il riconoscimento da parte loro delle problematiche e delle patologie legate al gioco; e infine, l'introduzione di una regolamentazione volta a limitare l'accesso agli apparecchi da gioco e a scoraggiarne l'utilizzo, soprattutto da parte dei soggetti socialmente più fragili e psicologicamente più deboli.

Questa iniziativa fa tesoro dell'esperienza maturata a livello locale con il progetto di prevenzione del consumo e abuso di droghe denominato "Notti Sicure", che per oltre 10 anni ha rafforzato le sinergie tra i diversi settori della società civile, per garantire una maggiore sicurezza dei divertimenti notturni. Un modello che ha coinvolto soggetti operanti nel settore della ristorazione e del divertimento in prassi concrete di responsabilizzazione sociale e che ha portato alla condivisione di servizi e di interventi preventivi come ad esempio l'adozione, da parte dei gestori di locali, del decalogo di auto responsabilizzazione del bere senza rischi.“

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)