Chi è l'alcolista? Un'indagine Eurispes individua alcune categorie
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Gli insicuri
A questa classe appartiene il 22,6% del campione. Sono in maggioranza uomini e anziani (il 57,7%) che hanno cominciano a bere
a casa di un amico, in compagnia di colleghi o familiari, con la motivazione di trovare un momento creativo e di risolvere
una situazione complicata. O da soli (il 53,8% dei casi) per tentare di affrontare una situazione che ritenevano complicata
(30,8%), per cercare di rilassarsi (23,1%) e stare meglio con gli altri (23,1%).
Essi hanno poi deciso di non bere più principalmente per la famiglia (34,6%), ma c'è anche una notevole percentuale che ha
dovuto smettere a causa di problemi di salute; buona parte di loro infatti risente maggiormente dei danni alcolcorrelati
rispetto alle altre classi d'età, poiché il fisico debilitato li rende più soggetti a cardiopatie, danni all'apparato
respiratorio e a stati di potenziale malnutrizione. Questo aspetto, unitamente alla difficile emersione del problema dovuta
alla emarginazione ed all'isolamento di questa fascia di persone - fattore, questo, che può essere considerato sia causa che
effetto del fenomeno - rende l'alcolismo particolarmente pericoloso per la popolazione anziana.
Gli immaturi
Sono il 47,8% del totale, sono soprattutto uomini, hanno iniziato a bere in compagnia di amici, in un bar/pub o in un
ristorante, motivati dalla ricerca di un miglior rapporto con gli altri. È possibile tracciare un identikit: è giovane e
comincia a bere innanzitutto nei momenti di euforia (40,9%) e di noia (18,2%) e principalmente in compagnia di amici (77,3%),
anche se qualche volta si trova con il partner (9,1%); questo percorso sembra ormai noto a tutti e sembra ricorrere in molte
situazioni di abuso, non solo di sostanze alcoliche ma assai spesso anche di sostanze stupefacenti.
In molte occasioni il giovane utilizza sostanze per essere al centro dell'attenzione nel gruppo dei coetanei, per fare nuove
amicizie, per conquistare l'altro sesso; l'insicurezza, la noia, l'incapacità di essere originale e simpatico a prescindere
da una bottiglia o da una sostanza chimica lo conducono verso l'assunzione di dosi sempre più massicce di sostanze nocive. Il
nostro campione ha confermato questa triste tendenza.
I giovani intervistati dichiarano di aver abusato di alcol perché volevano stare meglio con gli altri (59,1%), e per
affrontare situazioni complicate (13,6%), anche se le altre motivazioni sono pure molto forti: si sentivano incompresi, poco
amati (complessivamente il 13,6%), o cercavano un momento creativo. Dalla ricerca emerge che tutto ruota intorno alle
amicizie, dal momento che i ragazzi temono di non essere accettati dal gruppo dei coetanei e attraverso l'alcol cercano di
diventare più brillanti e simpatici; alla domanda "avevi difficoltà ad instaurare rapporti sociali prima di diventare
alcolista?", il 31,8% dichiara "sì, con gli amici" ed il 18,2% "sì, con persone dell'altro sesso".
Questi giovani si avvicinano allora al bicchiere per vincere la paura di un esame o per farsi coraggio prima di avvicinare
una ragazza, per superare la malinconia e per sembrare più simpatici, più intraprendenti e più spigliati, sfruttando il
potere dell'alcol di favorire comportamenti normalmente repressi da molteplici influenze di controllo.
Le deluse
Sono il 29,63% del campione, non occupate, casalinghe, sole (separate, vedove o divorziate) depresse, che hanno iniziato a
bere a casa propria perché si sentivano "incomprese". Vediamo, in dettaglio, la situazione delle donne che risulta molto
diversa sia rispetto ai giovani che rispetto agli anziani e rappresenta un fenomeno in preoccupante crescita. Sono sempre di
più le casalinghe che per sconfiggere la tristezza si aiutano con il vino.
Le donne non occupate hanno cominciato a bere soprattutto per depressione (24,1%) e per solitudine (18,5%). A differenza dei
giovani, ma allo stesso modo degli anziani, le donne non occupate bevono principalmente da sole (50%), alcune insieme agli
amici (31,3%), altre insieme ai familiari (13%).
Cercano conforto in una bottiglia, vogliono affrontare situazioni difficili (22,2%) o cercare di stare meglio con gli altri
(18,5%); alcune sostengono di volersi rilassare (16,7%), altre si sentono incomprese (14,8%) e poco amate (11,1%), altre
ancora tentano di superare una delusione (11,1%). Per tutte la bottiglia è, almeno all'inizio, un'oasi felice nella quale
trascorrere una parte della giornata.
Anche in questo caso però, l'alcoldipendenza ha creato problemi di tipo relazionale; i rapporti in generale si sono
deteriorati per circa il 35% delle donne e in particolare il 13% del campione ha avuto problemi relazionali specifici con la
famiglia. Quest'ultima rappresenta una forte motivazione per smettere di bere (22,2%); la salute ha influito per circa il 16%
e la perdita di stima in se stessi per l'11,1%.