Chi soffre di aritmie dovrebbe rinunciare del tutto all’alcol?
Chi soffre di aritmie dovrebbe rinunciare del tutto all’alcol?
Dosi eccessive di alcol possono determinare un aumento della frequenza cardiaca e facilitare l’insorgenza di aritmie come la fibrillazione atriale
Soffro di fibrillazione atriale, il cardiologo mi ha vietato di bere alcol perché potrebbe favorire le aritmie. Davvero qualche bicchiere di vino può danneggiare seriamente la mia salute? Voi che cosa ne pensate?
Risponde Claudio Tondo, coordinatore Aritmologia, Centro Cardiologico Monzino IRCCS, Milano.
La relazione tra ritmo cardiaco e assunzione di alcol è nota da tempo, ma bisogna fare chiarezza. In linea generale dosi eccessive di alcol, esercitando un’azione eccitante sulle cellule del cuore, possono determinare un aumento della frequenza cardiaca e facilitare l’insorgenza di aritmie come la fibrillazione atriale.
Cardiomiopatia dilatativa
Bisogna inoltre ricordare che l’assunzione cronica di alcol in dosi significative può portare allo sviluppo di cardiomiopatia dilatativa, che provoca un incremento dei volumi delle camere cardiache (atri e ventricoli) e una riduzione della contrattilità: due presupposti cruciali per l’insorgenza di fibrillazione atriale.
Rischio bevande fredde
Un altro aspetto da sottolineare è la temperatura: sembra infatti che l’’assunzione di alcolici ghiacciati, o molto freddi, favorisca particolarmente l’insorgenza di aritmie. Ciò si verifica perché lo «stimolo vagale», attivato dal freddo, determina una riduzione eccessiva della frequenza cardiaca, ponendo le condizioni ideali per l’insorgenza di fibrillazione atriale.
Dosi moderate concesse
Fatte queste osservazioni, non dobbiamo generalizzare. L’assunzione di vino, in particolare rosso a temperatura ambiente, in dosi moderate (1-2 bicchieri al giorno per gli uomini, mezzo o uno per le donne) non va necessariamente demonizzata.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)