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Child Neuropsychology: il consumo di alcol in gravidanza compromette le abilità sociali dei figli

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Il consumo di alcol in gravidanza compromette le abilità sociali dei figli

Bere alcol durante la gravidanza aumenta le probabilità che il bambino sviluppi problemi nelle abilità sociali quando cresce. Questi sono i risultati di un recente studio pubblicato sulla rivista Child Neuropsychology da Quattlebaum e O’Connor della University of California.


Allo studio hanno preso parte 125 bambini di età compresa tra i 6 ei 12 anni, 97 dei quali erano stati esposti in fase prenatale all'alcol e soddisfavano i criteri diagnostici per un disturbo dello spettro fetale alcolico (FASD). Tutti i bambini sono stati sottoposti ad una valutazione completa del funzionamento neurocognitivo, emotivo, comportamentale e sociale. Dai dati è emerso che, rispetto al gruppo di bambini non esposti all’alcol durante la vita intrauterina, i bambini esposti hanno ottenuto punteggi significativamente più bassi in ogni costrutto valutato, tra cui il funzionamento esecutivo (le competenze che utilizziamo per organizzare e pianificare), l'attenzione, la memoria di lavoro (i processi che ci aiutano a collegare l'esperienza passata con l’azione presente), il funzionamento emotivo/comportamentale e la cognizione sociale (comprensione del perché le persone fanno quello che fanno).

Queste differenze sono in gran parte mantenute anche dopo il controllo con il Quoziente Intellettivo (QI) dei bambini, dimostrando che interventi basati solo sul QI per dirigere le aspettative dei genitori e della scuola può essere fuorviante.
In conclusione, i dati indicano che i bambini con esposizione prenatale all'alcol pur se non presentano una disabilità intellettuale globale possono essere ad alto rischio di sviluppare problemi rilevanti in una vasta gamma di domini cognitivi, emotivi, comportamentali e sociali.


Secondo gli autori, i risultati suggeriscono la necessità di identificare precocemente i problemi sociali legati all'esposizione prenatale all'alcol per poter intervenire sfruttando la plasticità del cervello in via di sviluppo, massimizzando la probabilità di ottenere importanti miglioramenti funzionali.

http://www.dronet.org/comunicazioni/res_news.php?id=2987


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)