Cibo e dipendenza: siamo tutti a rischio
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Piatti succulenti, dolci pieni di glassa e cioccolato, aromi e profumi avvolgenti possono attrarre la nostra attenzione e catturare il nostro palato. Il termine dipendenza può essere associato anche al cibo? Quando si utilizza questa parola spesso si ha la tendenza di darle un valore negativo: dipendenza da tabacco, da alcol e da farmaci tanto per fare qualche esempio. Se qualcuno cinicamente, in maniera sospettosa, aveva pensato che dietro ai sapori di certi prodotti ci fossero obiettivi assai più speculativi del semplice appagare l'appetito un libro di recente uscita sembra dimostrarlo. Combinazioni di zuccheri, grassi e sale possono avere effetti inattesi. Solo pochi morsi ad un biscotto al cioccolato ed ecco che non riusciamo più a resistere dalla tentazione di mangiarne ancora.
Il dottor David Kessler, famoso negli Stati Uniti per le sue lotte contro le multinazionali del tabacco, oggi prende di mira altre multinazionali: le industrie alimentari. Secondo l'autore dietro ogni prodotto che queste aziende mettono sul mercato, dal dolce al salato, la combinazione e la scelta degli ingredienti ha come unico scopo la dipendenza. L'obiettivo di tali aziende è di incrementare le loro vendite e per fare questo mettono in atto una serie di strategie che sembrano riprodurre lo stesso meccanismo che si crea con la dipendenza da tabacco. Sotto accusa ristoranti e industrie tutte unite da un unico desiderio: come mantenere ed aumentare il numero dei loro clienti.
Il testo in questione The end of overeating: taking control of the insatiable american appetite - La fine dell'eccessivo consumo di cibo: come tenere sotto controllo l'insaziabile appetito americano - oltre a raccontare le strategie con cui le le lobby alimentari si muovono per allargare il loro mercato, prova a spiegare anche quali tecniche mettere in atto per interrompere il ciclo vizioso che ci induce, una volta provati i cibi in questione, ad aumentare sempre più il loro consumo.
«Il mio obiettivo - scrive Kessler - è spiegare alle persone quello che accade a livello cerebrale quando mangiano un dato alimento, e spiegare loro in che modo il loro cervello sia letteralmente prigioniero di quell'alimento».
Negli Stati Uniti questo libro è già diventato un best-seller scalando tutte le classifiche di vendita. Multinazionali del cibo, chimica e psicologia umana da un lato, credibilità dell'autore e curiosità per tutto quanto gira intorno al mondo dell'alimentazione sembrano spiegare il notevole interesse che il libro è riuscito ad ottenere.