Cina: offensiva statale contro il gioco d'azzardo
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Nel 2009 chi si aspettava tempi duri per il gioco d'azzardo nelle aree controllate da Pechino forse pensava agli effetti della crisi economica o alle restrizioni per ottenere i visti d'ingresso per Macao, "paradiso" dei ricchi cinesi che amano sfidare la sorte.
Invece un comunicato del Ministero della Pubblica Sicurezza mette in primo piano la volontà del governo di usare le "maniere forti" contro il fiorente business del gioco d'azzardo online. Ieri è stata annunciata una campagna a tappeto su tutto il territorio nazionale, a partire da questo mese fino ad agosto. In questa offensiva saranno coinvolti anche la Corte Suprema e la Commissione di controllo bancario.
L'obiettivo è quello di individuare e punire severamente chi organizza questo tipo di attività, senza fare eccezioni tra cinesi e stranieri.
Il secondo aspetto degno di nota è che saranno perseguibili anche i gestori dei siti web, analogamente a quanto era successo nelle operazioni contro la pornografia online.
Si specifica, inoltre, che le forze di pubblica sicurezza colpiranno anche le banche clandestine e le piattaforme di terze parti che offrono i servizi bancari per queste operazioni.
Secondo il Ministero, il gioco d'azzardo online non solo è una minaccia per l'ordine sociale, ma ha anche portato fuori dalla Cina ingenti somme di denaro. Preoccupazioni di carattere morale e politico si sommano quindi a concreti interessi economici e al tema del controllo della rete, di grande attualità dopo lo scontro tra Google e il governo della Repubblica popolare cinese.
I giocatori più incalliti hanno già trovato rifugio nei casinò di Macao che, dopo la crisi all'inizio del 2009, a gennaio hanno ottenuto incassi record con un aumento del 55% rispetto a 12 mesi fa. E altri lidi potrebbero aprirsi a Taiwan, che l'anno scorso ha legalizzato il gioco d'azzardo in alcune isole dell'arcipelago, con l'obiettivo di migliorare la situazione di alcune aree depresse.