Cinque calciatori rovinati dal vizio di bere
Cinque calciatori rovinati dal vizio di bere
Dopo il caso Rooney, scovato ubriaco a una festa, tornano alla ribalta gli episodi che hanno scandito la vita di alcuni campioni come Gascoigne, il mitico George Best, Adams, Govou e Cicinho che un giorno ha confessato: "Una volta dopo aver bevuto 18 caipirinha e 14 bicchieri di birra ho incontrato Gesù".
di Salvatore Parente
Dopo la bravata del capitano del Manchester United Wayne Rooney (definito dai media inglesi Wazza, ricordando il più celebre Gazza Gascoigne) trovato sbronzo ad una festa dopo la vittoriosa partita fra Inghilterra e Scozia (risultato finale 3-0), torna, purtroppo, di moda il tema: calciatori “alcolici”. Vediamo quindi i giocatori che, nel corso della loro carriera, hanno dovuto fronteggiare il demone dell’alcool.
Alcol-Paul “Gazza” Gascoigne 3-0
L’ex laziale noto più per le sue aggressioni, le sue liti nei pub e il suo spaventoso abuso di alcol e surrogati, ha perso molte delle occasioni che la carriera gli ha offerto a causa di questo terribile vizio. La sua tendenza ad alzare il gomito però, oltre ad aver rallentato e arginato le sue straordinarie doti tecniche, lo hanno condotto in condizioni psichiche preoccupanti con ricoveri in diverse strutture sanitarie e tentati suicidi.
Tony Adams, un “fuorigioco” a lieto fine
Un altro suddito di sua Maestà fedele più alla bottiglia che al campo e alla vita da professionista è stato, anche per sua stessa ammissione, la bandiera dell’Arsenal Tony Adams. Nel suo libro “Fuorigioco – La mia vita con l’alcol”, il difensore dei Gunners ha diffusamente parlato dei suo problemi con l’alcol che, oltre a fargli guadagnare un arresto per guida in stato di ebbrezza, gli ha pregiudicato il mondiale del 1990 in Italia e la sua autorevolezza di capitano dell’Inghilterra con la fascia condivisa con Davi Platt. Al contrario di Gascoigne però, il nativo di Romford dopo gli europei in casa del 1996 confessò il suo problema e decise, con successo, di disintossicarsi diventando un esempio per molti, un’icona della lotta all’alcolismo.
George, “Simply The Best”, rovinato dall'alcol
«Ho speso molti soldi per alcol, donne e macchine. Il resto, l’ho sperperato». Questo ebbe a dire il mito nordirlandese del Man Utd George Best (137 reti in 361 partite) in relazione al suo costante utilizzo di alcolici. Un genio del calcio, un fenomeno assoluto che, a causa di questa tremenda debolezza ha sprecato l’opportunità di sedere fra i miti assoluti del football in compagnia di mostri sacri come Maradona e Pelè.
Una carriera coi Red Devils interrottasi ad appena 28 anni dopo 6 trofei ed 1 pallone d’oro, quando, per i suoi eccessi e le sue bizze lo United non gli rinnovò il contratto. Poi un lento declino girovagando per l’Inghilterra, il Sudafrica, l’Irlanda del Nord e gli Stati Uniti con una valigia sempre piena, nella quale non mancavano mai il pallone e gli amici di vetro dal collo lungo.
Monsieur Sidney Govou
In tempi meno remoti, un altro calciatore che ha sofferto di problemi simili, è stato l’attaccante transalpino Sidney Govou (ora negli States col Miami). Nazionale francese per un decennio, talento del Lione con 15 trofei vinti ed un lunghissimo dominio nella Ligue 1 che, a soli 31 anni, ha perso la titolarità nel club e nella Francia per questa sua oscura tendenza dalla quale si è liberato non senza difficoltà.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://calcio.fanpage.it/cinque-calciatori-rovinati-dal-vizio-di-bere/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)