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CLARITY, dagli Stati Uniti una nuova tecnica per mappare il cervello

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CLARITY, dagli Stati Uniti una nuova tecnica per mappare il cervello

Fonte: Nature Methods


Titolo originale e autori: Chung K, Deisseroth K. CLARITY for mapping the nervous system-Nature Methods 10, 508-513 (2013)


Il cervello è il più complesso tra tutti gli organi. È così incredibilmente complesso in termini di numero e di tipi di cellule, di connessioni e di pattern di attività che, nonostante le sempre più sofisticate tecniche di ricerca, molti sono ancora i misteri sul suo funzionamento. Sembra però che si stia assistendo all'inizio di una nuova era nelle neuroscienze - dopo la presentazione su un numero speciale della rivista Nature interamente dedicato alla mappatura del cervello - di una nuovissima metodica di imaging messa a punto dai ricercatori della Stanford University in California: la fluoroscopia Clarity.
Si tratta di un processo che rende il cervello trasparente, limpido come un cristallo, evidenziando dettagli che prima si potevano vedere solo con la microscopia elettronica, con in più la possibilità di vedere le immagini in 3D, sullo schermo di un computer. La tecnica consiste nel sostituire i grassi presenti nel tessuto, che non sono attraversabili dai fotoni e quindi risultano opachi alla visualizzazione, sostituendoli con un particolare tracciante a base di acqua, chiamato hydrogel, che si lascia invece attraversare come se fosse vetro. In questo modo è possibile vedere nel dettaglio strutture e connessioni come se il cervello fosse trasparente. Se ne può osservare sia l'interno che l'esterno contemporaneamente, arrivando, con un'incredibile definizione dei particolari, a vedere le singole fibre nervose, distinguendo addirittura quelle inibitorie da quelle eccitatorie.
I ricercatori di Stanford hanno iniziato a usare Clarity nel topo per poi testare il metodo su porzioni di cervello umano di soggetti deceduti. I risultati fanno pensare che questa nuova tecnica abbia le potenzialità per diventare uno strumento di ricerca estremamente più potente rispetto quelli utilizzati attualmente, che permetterà, anche in combinazione con metodiche genetiche e molecolari, di capire molto di più sulla struttura e sul funzionamento del cervello.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)