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CNESPS: il 31,3% degli umbri sopra gli 11 anni "beve" tutti i giorni

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Alcol da sballo, migliaia di ragazzi a rischio

IL MESSAGGERO.it

Drink occasionali degli under 17 al top. Sette adolescenti in coma etilico a Terni

PERUGIA - A preoccupare non è tanto il numero di coloro che consumano bevande alcoliche, in Umbria stabilizzatosi intorno a quota 540mila, quanto i tempi e i modi di consumo e, soprattutto, il tipo di persone "prese" da tale abitudine. A cominciare dai giovanissimi che in nove casi su dieci, in discoteca o nei pub - specie durante il fine settimana - bevono fino ad ubriacarsi. E le punte massime si registrano soprattutto tra le ragazzine under 18 che arrivano a consumare anche sei bicchieri in una sola occasione. Le cifre dell'Istat e della ricerca Il Pilota dell'Osservatorio nazionale alcol confermano tale analisi. «Se sino a qualche anno fa l'ubriacatura poteva essere considerata come un fenomeno episodico riferibile ad un numero ristretto di individui più frequentemente adulti - spiegano dall'Osservatorio - oggi rappresenta un evento frequentissimo che esplode nel fine settimana in particolare tra i minorenni ed i giovanissimi».
Tra le fasce di popolazione i cui comportamenti a rischio sono più diffusi, con over 65 (46% degli uomini e 11,2% delle donne) e i 18-24enni (23,7% dei maschi e 12,2% delle donne), c'è una fetta sempre maggiore occupata dai minori di 11-17 anni, fascia nella quale la forbice tra i due sessi si accorcia notevolmente: 18,2% dei maschi e 12,2% delle femmine. Numeri che in Umbria fotografano una realtà di 7.800 adolescenti (il 15,3% del totale) in cerca di "sballo" a basso costo specie nei week end. Ragazzi per i quali l'Istat individua "comportamenti più vicini ad un modello di consumo di tipo nord europeo piuttosto che mediterraneo, ovvero basato principalmente su occasioni di consumo al di fuori dei pasti".
In generale, nel periodo 2005-2008, la percentuale di coloro che consumano quotidianamente bevande alcoliche in Umbria è scesa dal 34,3 al 31,3 ma in misura inferiore di quanto non sia accaduto a livello nazionale (-3,4%). Ma il fenomeno che emerge è quello del drink fuori pasto, diventato un'abitudine per circa 250mila umbri (il 33,1% degli over 11): un modello di consumo che esclude gli anziani che bevono soprattutto vino e durante i pasti.
Il cambiamento di abitudini non riguarda solo quanto e dove si beve, ma anche il tipo di bevande consumate. La riduzione di coloro che preferiscono solo vino o birra è così accompagnata dall'aumento di coloro che consumano solo aperitivi, amari e superalcolici o che combinano tali tipologie. «Se dal 2003 cresce la percentuale di giovani che consumano alcolici fuori pasto - scrivono gli esperti dell'Istat - la fetta di coloro che sono coinvolti nel cosiddetto "binge drinking" (il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione, ndr) è orami un dato stabile». Un comportamento che gli esperti non esitano a definire "a rischio" per coloro che bevono alcolici ogni giorno o mischiano bevande diverse in una sola serata. Un pericolo che per l'Istat è più frequente nei paesi fino a 2mila abitanti ed associato soprattutto a discoteche e locali notturni. La ricerca "Il Pilota" ha messo sotto la lente proprio il rapporto tra under 24, alcol e luoghi di aggregazione giovanile evidenziando come l'86% dei ragazzi e delle ragazze che frequentano discoteche, disco bar o pub, consumi bevande alcoliche quasi esclusivamente il sabato sera. Ma i ricercatori del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) pongono l'accento anche sui rischi per i minorenni: Il 42% dei ragazzi ed il 21% delle ragazze che si ubriacano hanno meno di 18 anni e si tratta di percentuali maggiori rispetto alle fasce 19-24 anni e over 25. «Ubriacarsi oggi non è più un caso, un'imprudenza occasionale causata dall'inesperienza - spiegano dall'Osservatorio nazionale alcol Cnesps - ma la risultante di un comportamento volontario, spesso ripetuto, che trova le sue radici nella voglia di sperimentazione e nella curiosità ma che come modello sociale e di comportamento ha trovato ispirazione anche negli pseudo-valori trasmessi dalla pubblicità e nella carenza di vigilanza da parte della famiglia».
Nell'escalation dei consumi tra i giovanissimi, non può essere anche l'elemento "disponibilità-accessibilità" delle bevande alcoliche, alimentata dal fenomeno degli "happy hour". Nuove strategie di marketing e l'allargamento del mercato di vendita spingono i giovanissimi ad acquistare prodotti meno cari ma accattivanti, come i soft drinks o le alcol pops (bevande a bassa gradazione alcolica), che ai loro occhi appaiono beni di consumo ordinario e che nonostante i divieti dilagano. Non a caso i primi consumi si segnalano già tra gli under 15.