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Cocaina: boom di interventi per ricostruire il naso

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Cocaina, boom di interventi per ricostruire il naso


Liste d'attesa lunghissime in ospedale, più brevi nelle cliniche private dove però un intervento di chirurgia plastica può arrivare a costare anche diecimila euro. Non parliamo né di rifare il seno, né di mettere a punto addominali da Men's health. No, si tratta di aggiustare il naso per danni da cocaina. Fino a poco tempo queste operazioni erano rarissime, una su cento cocainomani, quasi nessuna donna. Ora la richiesta è così ampia che ci sono, appunto, le liste d'attesa: cinque mesi in una clinica privata e più di un anno e mezzo in un ospedale, quasi quanto per una Tac.

La ragione è semplice: il consumo di cocaina è aumentato in maniera abnorme negli ultimi anni. Sia perché si è abbassato il prezzo delle dosi (a Scampia può arrivare a costare appena dieci euro) sia perché è molto più facile trovare questo tipo di droga rispetto al passato. Chi sniffa abitualmente è facilmente riconoscibile: gravi emorragie, ulcerazioni del tessuto nasale e delle cartilagini. Nelle fasi più avanzate con perforazioni del setto o addirittura del palato. Il ricorso al chirurgo plastico diviene quindi una tappa obbligata. Il fenomeno è ben conosciuto al Policlinico della Seconda università di Napoli. Cento pazienti già operati dall'inizio dell'anno, molti altri in attesa. Francesco D'Andrea, ordinario di chirurgia plastica alla Sun, non ha dubbi: «Il fenomeno è in espansione e negli ultimi tempi si è avuto un trend di crescita del 30 per cento l'anno. Nei casi più gravi il viso è come risucchiato all'interno».

La percentuale tra uomini e donne? «Il problema - spiega il professor D'Andrea - sembra tutto maschile. Il rapporto è di otto a uno». Ma perché i danni estetici sono così rilevanti? «Colpa dell'azione vasocostrittrice della cocaina. Il contatto della droga con la mucosa del naso riduce l'apporto di sangue e quindi di ossigeno. Si provocano così emorragie e successivamente ulcere fino alla perforazione del setto nasale. Nei casi più estremi si arriva addirittura alla distruzione del palato con la comunicazione tra naso e bocca che causa anche gravi difficoltà nel parlare. Noi operiamo per riparare questi danni». L'analisi degli interventi chirurgici ci rivela anche un altro dato: l'uso della cocaina non è più di classe. «Nella mia pratica clinica - spiega D'Andrea - risulta un'estrazione sociale estremanete variabile. Abbiamo operato l'impiegato, il pensionato, o il manager di successo. Negli ultimi dieci anni però la soglia di età è scesa di almeno tre volte, si è passati dall'ultracinquantenne al diciottenne». Ma l'intervento aiuta a far smettere? «I pazienti cocainomani sono bugiardi e giurano di non fare più uso della sostanza. Ma il persistere della assunzione vanifica l'intervento. Quindi devono per forza smettere».

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)