Col freddo la grappa si beve più volentieri, ma l'etilometro fa paura
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Arriva il freddo e per molti la grappa, magari davanti al caminetto, e' quello che ci vuole per corroborare stomaco e spirito. La pensano cosi' tanti italiani che consumano 40 milioni di bottiglie dell'acquavite di bandiera che muove un fatturato di circa 600 milioni di euro. E cominciano ad apprezzare questo distillato tutto italiano anche all'estero, dove la grappa ha mostrato nel 2008 un positivo aumento dei volumi (+1,5%), con buone performance in Germania e crescita della domanda Usa, anche se i numeri in assoluto sono esigui. A dirlo sono i dati forniti dal presidente dell'Istituto nazionale Grappa Cesare Mazzetti come sia il mercato nazionale a mettere in apprensione le 136 distillerie, per lo piu' piccole aziende artigianali a conduzione familiare, presenti in tutto dal Trentino alla Sicilia. "Per paura dell'etilometro e per talune sensibilita' salutistiche, nell'ultimo anno il consumo di grappa nei bar e al ristorante e' crollato del 40%, facendo sparire la ‘correzione' a favore pero' di richieste di grappe nobili da monovitigni" ha detto Mazzetti. Il presidente dell'istituto nazionale tuttavia sottolinea come "il consumo si sia spostato tra le mura domestiche, contenendo la flessione a un -2,5% e qualificando la Gdo quale il maggior canale distributivo dell'acquavite di bandiera. Nel tempo, infine, è cambiato anche l'identikit del consumatore di grappa apprezzata non più solo dagli uomini, ma anche dalle donne, che prediligono gusti morbidi, tipo grappa di moscato, e dai giovani che cominciano ad apprezzare i distillati di qualita'.