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Come difendersi dalla Neknomination

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Come difendersi dalla Neknomination


Qualche anno fa i ragazzi cominciarono ad interessarsi a un gioco praticato dai giovani statunitensi che si chiamava Binge Drinking; gli adolescenti s’incontravano in un pub e qui cominciavano a bere (all’inizio birra, in seguito, gli alcolici e, infine, i superalcolici, al fine di ottenere micidiali cocktail) fino ad ubriacarsi. Poi il fenomeno mutò e acquisì un nuovo nome: Neknomination, che è nata in Australia e si è poi diffusa negli Usa e in Gran Bretagna, quindi in tutta l’Europa, Italia inclusa. Che cosa significa? il nome deriva dall’insieme dei termini inglesi neck (collo, in questo caso di bottiglia) e nomination (candidato, designato), ovvero persona designata a una bevuta fuori norma. Di che cosa si tratta? Semplice: è una gara (ripresa da telecamera) tra chi beve più bicchieri di alcolici, nel minor tempo possibile. Il video è poi postato sui social network e da quel momento prende avvio la nomination, ovvero la chiamata di altri ragazzi che, entro 24 ore, devono accettare la sfida, pena il pagare da bere e la derisione di coloro che navigano in rete. Su facebook ci sono tantissimi video postati dai ragazzini, accompagnati da migliaia di “mi piace”. E’ vero, ci sono anche moltissime pagine di persone che chiedono di fermare questa delirante catena delle sbronze virali. Ma non sortiscono effetti significativi.


Dobbiamo segnalare che all’estero questo gioco virale ha già fatto delle vittime, tutte di età inferiore ai 30 anni. Ad Agrigento, per esempio, un adolescente ha avuto gravi problemi di sopravvivenza per aver partecipato a questo drammatico gioco; è entrato in coma etilico, per intossicazione acuta, causata dall’assunzione eccessiva di alcolici. A Milano la Neknomination sta prendendo piede con grande rapidità coinvolgendo soprattutto i giovani liceali. Sembra incredibile, eppure i ragazzi in Italia cominciano a bere molto prima di quello che non facciano gli altri adolescenti europei. Il primo bicchiere lo trangugiano, mediamente, tra gli 11 anni e 8 mesi e i 12 anni e mezzo, contro una media europea che si posizione su 14 anni e sei mesi.


Secondo quanto sostiene Luca Bernardo, il direttore di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, responsabile, tra l’altro, anche del Centro di disagio degli adolescenti, la Neknomination non è causata dalla noia, tutt’altro: il nominato è considerato dagli altri ragazzini un eroe. Diversamente dal bullismo, la Neknomination è una sfida alimentata dall’arrabbiatura dei ragazzi che si trasforma, a sua volta, in sfida a se stessi e ai propri limiti fisici. Per i ragazzi, chi beve, di fronte a una telecamera, fino a ubriacarsi, è un eroe che va emulato. Tant’è vero che il crudele gioco è fenomeno trasversale che coinvolge tutti, il ricco e il meno ricco, l’esuberante e il timido, il marginale e il bravo ragazzo. Per i ragazzi che partecipano a questo gioco demenziale, questo altro non è che un modo come un altro per farsi notare. Tra l’altro, è bene sapere che la maggior parte dei ragazzi non conoscono gli effetti provocati dall’alcol, anzi bevono proprio per capire l’effetto che fa.


In Italia le persone a rischio di abuso da alcolici sono ormai 8 milioni e mezzo e tra questi 750 mila sono adolescenti e per loro il bere alcolici è una delle principali cause di mortalità: il 25% sono maschi sotto i 18 anni e il 10% ragazze della stessa età. Entrando più nello specifico: la mortalità causata da incidenti stradali correlati all’abuso di alcolici si posiziona oggi tra il 30 e il 50% del totale. Chi potrebbe porre rimedio a questo tremendo gioco al massacro? Un freno potrebbe venire dagli altri ragazzi perché i suggerimenti che provengono da genitori e insegnanti non sono ascoltati, a quest’età. Don Aldo Geronzi, direttore del Collegio S. Carlo di Milano suggerisce ai genitori di:


- mettere in ridicolo i comportamenti tipici della Neknomination, pratica stupida e criminale (a volte il ridicolo è più efficace delle argomentazioni razionali);

- spiegare che la rete informatica mantiene la memoria di tutto ciò che vi si inserisce (in futuro potrebbero compromettere la loro immagine e credibilità);

- ricordare ai ragazzi che se non si renderanno maturi e responsabili non saranno in grado di prepararsi efficacemente al futuro;

- sottolineare ai ragazzi che la cura della loro salute, anche mentale, riguarderà anche i loro figli e l’ambiente sociale che essi stessi vorranno costruire.


L’Osservatorio nazionale alcol ha realizzato un opuscolo (“Un decalogo per i genitori”) con dieci consigli utili ad aiutare i figli a scegliere quando e come bere alcolici. Tra questi consigli ce n’è uno che spiega che prima dei 15 anni l’apparato digerente non è ancora in grado di smaltire l’alcol perché il sistema enzimatico con è ancora completamente formato.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.estense.com/?p=368864


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)