Come e quanto i sedicenni europei si "avvelenano"?
alcol droghe psicofarmaci dipendenze giovani alcolismo
Dall'ESPAD un'analisi dettagliata sul consumo di sigarette, alcol e droghe
Pisa - ESPAD è l'acronimo di European School survey Project on Alchol and other Drugs, istituto che conduce un insieme di ricerche in diversi paesi Europei per monitorare l'utilizzo, l'abuso e il consumo di psicofarmaci, droghe ed alcolici da parte della nuova generazione.
Non si tratta solo di un questionario somministrato ad un gruppo campione di studenti che compiono 16 anni durante l'anno del test, ma di lavori di messa a punto dei sistemi di monitoraggio, di analisi dei dati raccolti e di discussione su politiche di prevenzione. Storicamente, questo progetto nasce nel 1990 quando un piccolo gruppo di paesi Europei condusse una ricerca sull'uso regolare di alcolici e droghe all'interno degli ambienti scolastici. Nel 1995 per la prima volta partecipa anche l'Italia grazie al lavoro dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR. Ad oggi i paesi coinvolti sono 35.
Gli scopi dell'ESPAD sono molteplici e comprendono non solo l'analisi del consumo di sostanze dannose e/o illegali nel maggior numero possibile di Paesi Europei (alcuni non possiedono le sufficienti risorse economiche per prendere parte al progetto) ma anche un'analisi nel corso degli anni che valuti i cambiamenti nelle tendenze all'interno del Paese e tra Paesi differenti. Nella pratica il questionario, rigorosamente anonimo, pone dapprima domande sul background culturale e familiare dell'adolescente, quindi indaga su quali siano i consumi di sostanze quali sigarette, psicofarmaci e droghe o mix di questi ultimi, nell'arco della vita, negli utlimi 12 mesi e negli ultimi 30 giorni. Valuta inoltre la percezione del rischio e gli effetti riscontrati dall'uso/abuso di tali sostante. Da ultimo si preoccupa di chiedere al fruitore se e in che misura amici e conoscenti siano coinvolti.
La metodologia classica prevede la somministrazione ad un pool di studenti rappresentativo della nazione, in contemporanea come in un compito in classe e in presenza di un insegnante o un responsabile verso il quale i ragazzi nutrano fiducia. Marzo/Aprile è il periodo consigliato per l'esecuzione del test e dall'analisi sono emersi dati poco confortanti sull'incremento generale dello "sballo" rispetto agli anni precedenti.
In particolare per l'Italia, in confronto con gli altri Stati, il consumo di sigarette (comunque in diminuzione rispetto al 1995) supera quello abituale di alcolici, il cui consumo episodico in quantità elevate è tuttavia aumentato. La media nazionale del consumo generico di droghe si avvicina a quella dei paesi dell'ESPAD mentre tra le droghe leggere, la cannabis è leggermente più usata nel nostro paese che altrove. Le droghe preferite sono ecstasy, cocaina e anfetamine che superano LSD, crack ed eroina. Le sostanze inalanti non sono invece di moda in Italia come si evince dalle medie riscontrate nei vari Paesi.
Il dato allarmante per i nostri giovani riguarda l'assunzione di psicofarmaci e tranquillanti senza prescrizione medica: il 10% dei ragazzi intervistati ne fa uso abitualmente, e tale media colloca l'Italia al 4° posto di questa triste classifica dove i primi tre posti sono occupati da Polonia, Lituania e Francia-Principato di Monaco. Rispetto agli anni precedenti inoltre, tale consumo sta aumentando, raggiungendo i livelli massimi riscontrati precedentemente, a metà degli anni ‘90. L'associazione farmaci-alcol invece viene dichiarata dal 4% degli italiani contro il 18% registrato nella Repubblica Ceca, il livelli minori si registrano in Armenia ed Ucraina.
Tale lavoro d'indagine si conclude con meeting regolari con la partecipazione dei ricercatori di tutti gli Stati coinvolti. E' proprio in questi meeting che vengono discussi i risultati, i problemi e le basi metodologiche per il questionario dell'anno successivo. E da questi dati prendono avvio le campagne di prevenzione e tutti quegli interventi necessari per ridurre la tendenza di adolescenti e giovani ad avvelenarsi.
Eleonora M. Viganò