Come si diventa alcolisti?
Come si diventa alcolisti
L’alcolismo è una piaga sociale nascosta, ma sempre più diffusa, in grado di modificare radicalmente il comportamento e la personalità delle persone e renderle schiave di quello che dovrebbe essere un semplice modo di intrattenersi con gli amici.
Sono stati fatti numerosi studi per definire quali siano i fattori che spingono una persona a bere compulsivamente, sperperando denaro e arrivando fino a perdere il lavoro e lasciare la famiglia; è risultata chiara la presenza di una sorta di predisposizione genetica, per cui i figli di soggetti etilisti sono più a rischio di diventare etilisti a loro volta.
L’alcolismo tende ad emergere in ambienti sociali e culturali tipici, diversi a seconda delle condizioni economiche: mentre in situazioni di emarginazione sociale il soggetto alcolista condivide spesso la sua abitudine con un gruppo di persone nella stessa condizione e ciò lo porta a venire ulteriormente emarginato e ad entrare nel circolo vizioso dell’alcolismo-povertà, negli ambienti più altolocati l’alcolismo è sì presente ma tenuto nascosto e curato in apposite cliniche lontano dai riflettori.
L’alcolismo è quindi un problema trasversale alla società, problema che in Italia solo recentemente sta aumentando, come conseguenza della modifica delle abitudini del bere: se prima l’alcol veniva assunto per dissetarsi e come accompagnamento al pasto, ora lo si beve come sostanza euforizzante vera e propria.
Esistono molte tipologie di alcolisti, ma una caratteristica li accomuna tutti: l’esposizione cronica alle bevande alcoliche. Infatti, solo bevendo continuamente e smodatamente si diventa alcolisti; inizialmente si beve per un motivo (una delusione d’amore o lavorativa, l’emulazione verso compagni più grandi, una forma di “protesta” sociale tipica degli adolescenti, l’influenza del gruppo) ma in seguito, anche quando la causa iniziale viene meno, il soggetto alcolizzato prosegue nel bere, anche se ciò non significa che l’alcolista sia sempre ubriaco.
Il cosiddetto “ubriacone”, che beve enormi quantità di alcol per tutta la giornata, rappresenta solo una delle tipologie esistenti di alcolista; la maggior parte nasconde piuttosto bene il suo problema, dietro una facciata perbene, negandolo in ogni caso ed a volte riservando al suo vizio solo i momenti di solitudine.
E’ proprio il nascondere l’atto del bere uno dei sintomi di un alcolismo incipiente, insieme alla negazione del problema (il soggetto sostiene si poter smettere quando vuole). Non tutti gli alcolisti, infine, bevono fino ad ubriacarsi; sono sufficienti l’impossibilità di controllare il proprio impulso a bere e l’assenza di un reale motivo per farlo, per definire un soggetto alcolista.
La presenza di stati di depressione, ansia e stress può aumentare il rischio di dipendenza dall’alcol, che diventa quasi una sostanza di automedicazione in grado di risolvere – seppur temporaneamente e illusoriamente – i problemi del soggetto, anche grazie al rilascio di dopamina che può tamponare brevemente l’ansia.
In realtà l’alcol agisce come un “falso amico”: ben lungi dal risolvere le situazioni scatenanti, il vizio non fa che peggiorare problemi sociali e di salute, aggiungendo al peso dei problemi pre-esistenti anche la consapevolezza – una volta sobri – dell’ennesima illusione.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.alcover.it/come-si-diventa-alcolisti/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)