Como: droghe e alcol, si abbassa l'età del primo consumo
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Prime droghe, si abbassa l'età
Sono sempre più giovani i ragazzi che iniziano a consumare stupefacenti e alcolici
Aumenta il consumo di cocaina e si abbassa l'età in cui per la prima volta si sperimentano le droghe o si iniziano a bere alcolici. Sono i mutamenti in atto sul fronte delle tossicodipendenze in riva al Lario, emersi mercoledì sera durante un incontro organizzato all'Istituto San Carpoforo dall'Associazione ex alunni e amici di San Carpoforo.
Alle ombre si affianca qualche luce nel panorama del consumo di droghe a Como, come per esempio le vittorie riportate dalle iniziative messe in atto negli ultimi anni nel campo della prevenzione. Mercoledì sera la fotografia di questo mondo è stata tracciata da Raffaela Olandese, direttore del Dipartimento dipendenze all'Asl di Como, e da Lisa Impagliazzo, psicologa e psicoterapeuta nel medesimo dipartimento.
Tra i segnali positivi, anche la stabilità nel numero delle persone (2.700 lo scorso anno) che si sono rivolte al Sert, il servizio dell'Asl che assiste chi ha problemi di tossicodipendenze con sostanze di vario genere. All'interno di questo numero, però, la suddivisione è variata.
«È aumentato il numero dei cocainomani, così come delle persone che consumano più sostanze allo stesso tempo - ha detto la dottoressa Olandese - Si è anche abbassata l'età in cui avviene la prima assunzione di sostanze, droghe o alcol che siano».
Tra i fattori principali che hanno portato a questo fenomeno, un posto di primo piano spetta al web. «Internet non va certo demonizzato - ha spiegato la direttrice del Dipartimento dipendenze - ma allo stesso tempo non possiamo non considerare i rischi e i pericoli che comporta». Quali siano questi rischi, è presto detto. «La Rete - ha sottolineato l'esperta - permette un facile accesso a sostanze o a componenti che, presi singolarmente, sono innocui o blandamente pericolosi, ma che combinati insieme risultano un cocktail spesso mortale. Sono le cosiddette smart drugs, droghe intelligenti, il cui consumo è in forte aumento. Come sono in aumento la quantità e il numero delle droghe geneticamente modificate, sostanze che comportano rischi potenziali più elevati».
Quello delle droghe può essere ormai considerato un «mercato a tutti gli effetti», ha precisato la dottoressa Olandese, perché «c'è un marketing, un target commerciale, ci sono strategie e iniziative di promozione e di diffusione per raggiungere nuovi clienti e fidelizzare quelli esistenti. Ma il target è fatto di giovani: i nostri figli e nipoti. Il mondo della droga - ha aggiunto - ha preso atto della crisi economica e ha modificato l'approccio verso i suoi "consumatori". Tra le nuove strategie, quella delle micro-dosi».
Ma che cosa si può fare per arginare il problema? Il primo passo è comprendere che la tossicodipendenza non è più quella di una volta. «Da fenomeno segno di emarginazione sociale si è trasformato in fenomeno quotidiano, che può coinvolgere chiunque, non necessariamente chi si trova ai margini della società», ha spiegato la dottoressa Impagliazzo.
Se un'informazione completa ma, allo stesso tempo, corretta e sincera è il perno di ogni strategia per ridurre l'impatto delle droghe sui nostri giovani e sulla società in generale, il primo sforzo deve essere fatto dalle famiglie. È qui che vanno messe in atto le prime azioni per il monitoraggio e il controllo dei nostri giovani. Il che non significa che bisogna costringere i figli in un regime militare. Al contrario, «la cosa che serve di più è la capacità di ascoltarli», ha detto la psicoterapeuta. Una capacità che va ben oltre la solita domanda "come è andata oggi a scuola?". «Proviamo a pensare con la loro testa: è quella la domanda che vogliono veramente sentirsi fare i nostri giovani?», ha rafforzato il concetto la dottoressa Olandese.
Dare regole: un altro modo per affrontare il problema prima che si verifichi. «Bisogna insegnare ai nostri figli il valore dei soldi, per esempio - ha concluso l'esperta dell'Asl - Ma anche quello dell'impegno, del rispetto degli altri e quali sono le conseguenze quando si violano le regole. Solo così i nostri giovani potranno gradualmente arrivare all'autonomia».
Franco Cavalleri
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)