Como: giovani e alcol, i gestori dei locali fanno appello alle famiglie
Como: giovani e alcol, i gestori dei locali fanno appello alle famiglie
Allarme dopo il blitz in via Milano Il portavoce, Gianni Pina: dove non arrivano le regole, deve intervenire il buonsenso.
«Puntare il dito contro i gestori dei locali, a volte, è facile. Troppe famiglie lasciano la responsabilità dei ragazzi alle
discoteche e alle scuole».
Lui, Gianni Pina, dice sempre di aver trattato i clienti della sua discoteca «come un buon padre di famiglia»: dove non
arrivano le regole, «deve intervenire il buonsenso». Storico proprietario della discoteca "Charlie" di Como (oggi Cfc),
rappresentante dei gestori di locali notturni nella commissione di vigilanza prefettizia ed esponente del Silab, il più
grande sindacato italiano dei locali da ballo, Pina conosce molto bene il mondo della movida notturna.
Nel blitz di sabato notte, che ha portato alla chiusura del discopub "Mangu" di via Milano, all'interno del locale la polizia
locale ha trovato diversi minori di sedici anni con un tasso alcolemico positivo, fino a 0,42 grammi litro.
Torna così alla ribalta il problema dei giovani, o meglio dei "troppo giovani". Ragazzini di quattordici anni che spingono
per entrare in discoteca: vogliono tirar mattina, bere e fare tutto ciò che, in altre epoche, un quindicenne non si sarebbe
nemmeno sognato.
«Controllare l'età di chi assume gli alcolici, per un gestore, è davvero difficile - spiega Pina - Faccio un esempio: se al
bancone si presenta un sedicenne (che quindi ha l'età per bere, ndr) ma poi passa il drink all'amico quindicenne, chi mai
potrà fermarlo? Nessuno. È un grosso problema, questo. Dopo quarant'anni, nessuno ha ancora capito come risolverlo. Ricordo
ancora le domeniche pomeriggio al "Charlie", quando comunque non servivo alcolici: avevo mille persone fuori dal locale che
premevano per entrare. Metà aveva i documenti, l'altra metà no. E quindi, chi a prima vista sembrava giovane, nel dubbio
rimaneva fuori».
Secondo Pina, nella gestione del fenomeno le famiglie dovrebbero avere un ruolo più incisivo. «L'età di accesso in discoteca
si è abbassata. Quando avevo sedici anni non tornavo certo alle tre di mattina. Non voglio criminalizzare nessuno, però anche
le famiglie dovrebbero iniziare a controllare di più: i genitori non possono delegare ogni responsabilità all'insegnante o al
gestore di una discoteca. Salvo poi, ovviamente, fare il diavolo a quattro se succede qualcosa. Ho sempre cercato di gestire
la discoteca con lo spirito del buon padre di famiglia».
E proprio in collaborazione con il Silab, il sindacato rappresentato da Gianni Pina, l'Asl di Como ha avviato, dalla scorsa
estate, una campagna di sensibilizzazione su droga e alcol rivolta ai teenager. Due unità mobili "Giovani e divertimento"
vengono piazzate all'esterno dei locali più frequentati della provincia di Como. Sono finanziate dalla Regione Lombardia e
coordinate dalla stessa Asl.
L'obiettivo della sensibilizzazione è informare e migliorare la percezione del rischio legato al consumo di sostanze,
diminuire il rischio di incidenti stradali dovuti ad alcol e droga e favorire l'accesso ai servizi di cura. Tramite un
etilometro, le due unità mobili possono anche osservare l'evolversi degli stili di consumo tra i giovani: finora sono state
effettuate 830 rilevazioni di tasso alcolico a Como (piazza Cavour, piazza Duomo, piazza Matteotti, piazza Mazzini, Villa
Geno, hangar, giardini a lago) e a Domaso, Novedrate, Pusiano e Blevio. In futuro questi dati, raggruppati ed elaborati,
potranno dare la misura del fenomeno "giovani e alcol" in provincia di Como.
Andrea Bambace