Como: l'Asl rilancia l'allarme alcol tra i giovanissimi
Como: l’Asl rilancia l’allarme alcol tra i giovanissimi
In crescita i pazienti in cura nelle strutture pubbliche della provincia lariana
Cresce il numero degli utenti in cura per dipendenza dall'alcol e si abbassa l'età media dei pazienti seguiti nelle apposite
unità di intervento dell'Asl di Como.
La fascia giovanile, però, resta esclusa da ogni tipo di assistenza perché non accede ai servizi preposti nonostante la
preoccupante impennata di consumo di bevande alcoliche già a partire dai 14 anni. La fotografia emerge dal bilancio delle
attività svolte dall'équipe alcologica del SerT dell'Asl di Como nel 2009 , un gruppo di lavoro che si occupa soltanto dei
pazienti alcoldipendenti.
Negli ultimi anni il trend degli utenti è in continua crescita ed è passato dai 336 del 2006 ai 431 dello scorso anno. Nel
74% dei casi, i pazienti sono di sesso maschile mentre sul fronte dell'età la fascia più rappresentata è quella dai 40 ai 49
anni, pure se si registra una forte impennata dei pazienti più giovani, dai 30 ai 39 anni.
Tra gli utenti in cura, 6 su 10 hanno un lavoro regolare mentre è sempre più elevato anche il livello di istruzione dei
pazienti.
Tra gli alcoldipendenti, il 35% ha una moglie o un marito, ma nel 2009 si è registrata anche una significativa crescita delle
persone separate o divorziate, che hanno toccato quota 24% del totale dei pazienti presi in carico dall'apposita unità del
SerT. La bevanda alcolica più consumata, soprattutto nella fascia di età medio-alta, è il vino, ma è in aumento il consumo di
birra, in particolare tra le donne. Trend in leggera diminuzione, invece, per i superalcolici.
Al di là dei dati ufficiali del SerT, gli stessi esperti dell'Asl rilanciano l'allarme per il consumo di alcolici tra i
giovanissimi, un fenomeno comunque difficile da quantificare.
«Il dato relativo ai soggetti in cura non rispecchia infatti in pieno quanto sta succedendo nel mondo giovanile -
sottolineano gli esperti dell'unità dipendenze, guidata da Raffaela Olandese - Gli alcolici, in realtà, sono molto diffusi
tra i giovanissimi, in particolare tra 14 e i 24 anni. Il fenomeno è caratterizzato da un consumo di birra molto forte e
dall'utilizzo di alcolpops, bevande alcoliche a bassa gradazione assunte in grande quantità, anche 10 in una sera».
Preoccupano poi i «riti collettivi, con assunzione di cocktail a base di succhi di frutta contenenti superalcolici e le
cosiddette binges, abbuffate di alcolici. Tutto questo - aggiungono gli esperti di via Pessina - avviene anche prima dei 16
anni, quando l'organismo non è ancora maturo per metabolizzare l'alcol, e nonostante la normativa che vieta la vendita di
alcolici ai minori di 16 anni. Infine - concludono i responsabili dell'alcologia dell'Asl di Como - è sempre più diffusa
l'abitudine di assumere, abbinati agli alcolici, energy drink contenenti caffeina e altre sostanze stimolanti del sistema
nervoso, che determinano un'illusoria sensazione di sobrietà. I consumatori tendono quindi a bere di più, trovandosi a essere
svegli, ma ubriachi, con conseguenti gravi rischi in particolare per chi guida». Anna Campaniello