Comorbilità e trattamenti terapeutici: confronto dell'efficacia clinica
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La depressione e l'uso di alcol o altre droghe rappresentano le più comuni patologie mentali invalidanti, e coesistono con frequenza considerevole, fenomeno definito comorbilità. Sebbene si conoscano le caratteristiche e i dati epidemiologici delle persone affette da comorbilità, non sono ancora stati identificati i trattamenti più efficaci per fornire assistenza a questo crescente gruppo di persone affette da tali patologie.
Uno studio condotto presso il Centre for Brain and Mental Health Research dell'Università di Newcastle in Australia e pubblicato su Addiction, ha confrontato l'efficacia di interventi che associano i principi dell'intervista motivazionale e della terapia cognitivo-comportamentale dal "vivo", ossia forniti da terapeuti, oppure attraverso un sistema informatizzato con brevi interventi settimanali da parte di uno psicologo. I pazienti, affetti da depressione e uso di alcol/cannabis, sono stati attribuiti casualmente a tre gruppi differenziati per tipologia di trattamento (senza terapia, con terapista, con computer), valutati a distanza di 3, 6 e 12 mesi dall'intervento.
Gli interventi motivazionali e comportamentali risultano più efficaci nella cura della depressione anche se, a distanza di dodici mesi, i risultati ottenuti con gli interventi del terapeuta e quelli tramite computer sono simili. Tuttavia l'intervento con terapista a distanza di tre mesi ottiene migliori risultati nella riduzione dell'uso di alcol, mentre l'intervento con programmi informatizzati risulta più efficace nella riduzione dell'uso di cannabis. Un intervento efficace potrebbe, in conclusione, associare i programmi informatizzati
a brevi incontri regolari con il terapeuta per controllare l'andamento della terapia.
Redattore: Staff Dronet