Comportamenti a rischio: flashblood e infezione HIV
Comportamenti a rischio: flashblood e infezione HIV
È stata individuata una nuova pratica, quella del ‘flashblood', in alcuni tossicodipendenti che assumono eroina per via
iniettiva e che desta particolare preoccupazione per la pericolosità e l'alto rischio di trasmissione dell'HIV. Al momento la
diffusione di tali comportamenti sembra circoscritta al Kenya e alla Tanzania, ma dal momento che il fenomeno risulta molto
recente non si può escluderne una diffusione più ampia.
Si tratta dell'assunzione per via iniettiva di una siringa di sangue (4 cm3) appartenente ad un utilizzatore di eroina che ha
appena assunto la sostanza in vena, e legata alla credenza che tale sangue contenga una quantità sufficiente di droga ad
evitare i sintomi di astinenza. Tale pratica è stata riscontrata in un particolare sottogruppo della popolazione femminile,
per lo più prostitute di 26 anni (età media) che spesso hanno subito violenza durante l'infanzia, senza fissa dimora, con
risorse economiche limitate e un consumo precoce di marijuana.
Lo studio è stato condotto su 170 donne: di queste il 17% ha riferito la pratica del flashblood e il 66% è risultata
sieropositiva. Dall'analisi dei risultati emerge come questa pratica sia associata a situazioni di emarginazione sociale che
porterebbe le persone che condividono la stessa condizione ad un mutuo aiuto e ad un raggruppamento in particolare aree della
città prossime al centro e ai quartieri vicini al porto e al mercato, dove è maggiore la disponibilità di droga. Emerge
inoltre un certo grado di consapevolezza legato al fatto che la condivisione del sangue può avere effetti letali a lungo
termine e rappresenta un veicolo di diffusione delle infezioni, mentre i problemi di incompatibilità del sangue sembrano
ignorati.