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Conoscere il livello di alcol nel sangue è efficace per limitare il consumo? I risultati di uno studio

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Conoscere il livello di alcol nel sangue è efficace per limitare il consumo?
Paola Capra


Bere in eccesso fino ad ubriacarsi è una pratica ormai diffusa che accompagna il divertimento notturno del fine settimana. I dati disponibili sul consumo di alcol e droghe nei luoghi di divertimento sono dati autoriferiti e perciò non sempre completamente affidabili; inoltre essere ubriaco assume un significato che varia in base alla persona, al contesto, alla cultura. Diventa perciò fondamentale ricorrere a metodi affidabili per verificare il reale stato di intossicazione alcolica e il livello di alcol nel sangue. Inoltre il numero effettivo di bicchieri bevuti può risultare in alcolemie differenti, secondo il sesso, il peso, il tempo di assunzione, l'avere cenato e altri fattori.


Il consumo di alcol e droghe nei luoghi del divertimento notturno è spesso associato a comportamenti a rischio, violenza, condotte sessuali pericolose, guida in stato di ebbrezza: agire in un'ottica di prevenzione è perciò prioritario. Interventi quali il guidatore designato o l'invito ad alternare bevande alcoliche e analcoliche poco influiscono sul consumo generale e non prevedono azioni che stabiliscono un limite alla quantità di alcol concessa. Pochi sforzi sono stati indirizzati alla vera causa, l'alto numero di "abbuffate" alcoliche.
Contrastare il problema del "binge drinking" mediante la sensibilizzazione e l'acquisizione di consapevolezza, richiede strategie che esplorano le motivazioni del consumo: numerosi studi hanno dimostrato che la ricerca del divertimento e delle emozioni, attraverso l'abuso alcolico, supera la preoccupazione per le conseguenze sulla salute.


Lo studio Calafat 2013 valuta, in un campione di giovani spagnoli che frequentano i luoghi del divertimento notturno, se il test per misurare il livello di alcol nel sangue, accompagnato da strategie informative che fanno appello all'assunzione di responsabilità è realmente preventivo ed efficace rispetto al rischio di bere in modo eccessivo.

 

Lo studio Calafat 2013

Metodologia

Lo studio si svolge in tre città della Spagna, Oviedo, Palma di Maiorca e Santiago di Compostela, tra aprile e maggio 2011. In ogni città viene scelto il locale notturno più noto e frequentato. Coppie di intervistatori, in modo casuale (una ogni cinque persone che passano in un determinato luogo), scelgono i potenziali partecipanti, che devono dare il loro assenso tramite il consenso informato e rientrare nei criteri di elegibilità: avere meno di 30 anni, risiedere nella città ove ha luogo l'indagine, non avere un tale livello di ebbrezza alcolica da non essere in grado di capire le domande. Ne risulta un campione di 555 giovani da 18 a 30 anni di età, a cui viene somministrato un breve questionario e viene effettuato il test sul respiro, per valutare il livello di alcol nel sangue. I giovani vengono poi informati sul risultato del test effettuato e sul massimo livello di alcol nel sangue che è consentito per poter guidare (in Spagna come in Italia è di 0,5 g/l).

Il questionario si struttura in 26 item:

4 item di carattere socio demografico,
13 item inerenti gli stili di vita, compresi i consumi,
4 item sono una versione sintetica della Brief sensation seeking scale (BSSS), per valutare la ricerca di emozioni;
3 item, compilati dopo il test, informano sui risultati ottenuti
2 item, di carattere tematico riguardano specificamente la guida.

 

Risultati

Livello di alcolemia

La media del livello alcolemico del campione è 0,58 g/l, più della metà del campione ha superato il valore 0,5 g/l consentito per legge.

 

Cambiamento di intenzione rispetto al consumo di alcol (decidere di bere di più o di meno) dopo avere conosciuto il livello di alcolemia personale

15% dei giovani intervistati afferma che durante la serata non berrà più, 6,5% che berrà meno del consueto, 21,5% che berrà di più, mentre 56,8% sostiene che conoscere il proprio livello di alcol nel sangue non influirà sul loro comportamento.

Il cambiamento di intenzione è influenzato dai seguenti fattori:

- il livello di alcol nel sangue: se supera il limite legale è maggiore la possibilità di una reazione positiva, ovvero che venga presa la decisione di bere di meno, anche se questo vale per le femmine e non per i maschi: tuttavia l'associazione non è significativa. Inoltre non esiste alcuna associazione tra livello alcolemico e sesso, in controtendenza con altri studi in cui i maschi risultano avere un'alcolemia più elevata ;
- la quantità di alcol che si è programmato di consumare ancora prima di effettuare il test;
- la ricerca di sensazioni e di emozioni

I fattori che non influiscono sulla decisione di bere di meno sono l'età, il livello di studi, vivere con i genitori, avere già consumato alcol nel corso della serata, la sensazione di ubriachezza, dichiarare di avere già guidato in stato di ebbrezza, l'intenzione di assumere droghe.

 

Decisione di ritornare a casa guidando l'auto

442 dei giovani intervistati, pari all'82.8% sul totale dichiara l'intenzione di non guidare mentre 92 giovani, il 17,2% guiderà e tra questi ultimi, oltre il 40% ha un tasso di alcol nel sangue superiore a 0.50 g/l.

In ogni caso esiste una relazione tra tasso alcolemico e intenzione di guidare: chi ha intenzione di guidare ha tasso alcolemico più basso e ha programmato di bere meno nel corso della serata. Tale relazione è più forte nelle femmine che nei maschi.

 

Alcune considerazioni e conclusioni

Ciò che si evince dallo studio Calafat 2013 è che la prevenzione che pretende di cambiare i comportamenti dei giovani solo attraverso l'informazione obiettiva sul loro livello di alcolemia sortisce effetti controversi e contradditori: se 21,6 % del campione afferma che smetterà di bere o berrà di meno nel corso della serata, 21,5% afferma che berrà di più.
L'idea di prevenzione che sta alla base della trasmissione di un dato oggettivo come l'alcolemia, ad una persona che ha bevuto, è che per reazione limiterà il suo consumo, se eccessivo. Però, come risulta dai dati dello studio spagnolo questa preoccupazione, per una forte percentuale del campione non esiste, perché il fatto di ubriacarsi non è vissuto come un fatto negativo: e' più che mai necessario chiamare in causa alcune strategie preventive che, anche se comunicano ai giovani i problemi causati da un consumo eccessivo di alcol, rendono tuttavia più appetibile la stato di ebbrezza alcolica, sortendo perciò un effetto boomerang. Pochi studi si sono indirizzati a conoscere a fondo come i giovani leggono, interpretano e valutano le loro esperienze di consumo alcolico e in che termini tali esperienze influiscono sulle modalità di consumo: anche le sbronze, la perdita di conoscenza e le conseguenze negative di un abuso alcolico sono spesso valutate positivamente.


Le strategie preventive perciò non devono tralasciare gli aspetti positivi che vengono associati all'atto di ubriacarsi, perché considerare solo gli aspetti negativi potrebbe essere insufficiente, in quanto molti giovani non li percepiscono come negativi.
Alla luce di queste considerazioni, per i conducenti che hanno bevuto, forse funzionano di più le politiche fondate sul controllo e sulla punizione del comportamento che viola la legge, che le politiche che limitano l'accesso e la disponibilità delle bevande alcoliche. In ogni caso prevenire il consumo eccessivo di alcol nel contesto del divertimento e della vita notturna è un problema di grande complessità che richiede altre strategie oltre a quella solo fondata sull'informazione.


Infine, per concludere, lo studio Calafat 2013 ha alcuni limiti: la poca rappresentatività del campione e il fatto che le informazioni sono autoriferite dai giovani in un contesto di divertimento e spesso in uno stato di ebbrezza alcolica. Tuttavia le informazioni che si ricavano e i dati dell'analisi possono orientare future ricerche e pratiche di prevenzione.

 

Traduzione e adattamento dell'articolo originale:
Calafat A, Fernández-Hermida JR, Becoña E, Juan M, Duch M, Fernández del Rio E, Salvá J, Monzón S, Garcìa-Toro M. Alcholemias en contextos recreativos nocturnos como sistema de prevención. Actas Española Psiquiatrica 2013; 41 (1): 10-6.
http://actaspsiquiatria.es/repositorio/15/81/ESP/15-81-ESP-10-16-711407.pdf


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)