Considerazioni su guida e alcol: parola agli esperti
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Giordano Biserni intervista Franco Taggi, direttore dell'Osservatorio Nazionale ‘Ambiente e Traumi' (ONAT) dell'Istituto Superiore di Sanità
GB - Buongiorno, dottor Taggi. Come al solito, siamo qua con lei per parlare di ‘Alcol e Guida'.
FT - Non mi sorprende affatto: è uno dei punti cruciali della sicurezza stradale.
GB - Infatti. E proprio per questo cerchiamo di dare al tema ampio spazio, sia sul Centauro che sul portale dell'ASAPS. Desideriamo intervistarla perché abbiamo saputo che recentemente, insieme alla dott.ssa Macchia, lei ha pubblicato sulla rivista scientifica ‘Annali di Igiene' un articolo in cui si dimostra che in corrispondenza dell'aumento del numero di controlli dell'alcolemia dei conducenti si è avuta una riduzione del numero di coloro che guidano in stato di ebbrezza (1). In base ai dati ufficiali, che ho con me in questa tabella , a noi pare invece che questo numero sia aumentato: potrebbe spiegarci meglio come stanno le cose?
FT - Molto volentieri. Come vedrà, non c'è alcuna contraddizione: ha ragione lei a dire quello che dice, abbiamo ragione noi ad affermare che riduzione c'è stata. I dati ufficiali, riportati nella tabella che mi sta mostrando, mi sono stati anticipati a suo tempo dalle FF.OO., in quanto occorrevano per la stesura di un contributo da inserire nella relazione annuale al Parlamento sullo stato delle Tossicodipendenze in Italia, relativa all'anno 2007 (2). Questi dati sono un consuntivo di attività svolta, in decisa crescita, peraltro. Come si osserva, il numero di controlli è aumentato da un anno all'altro ben del 226%. Il numero di soggetti trovati positivi alla prova alcolemica (con BAC>0.5 g/L, per intenderci) è anch'esso cresciuto, del 30%.
GB - Dunque, non c'è stata una riduzione di questi casi.
FT - Infatti. Tuttavia, l'aumento del numero dei casi positivi è da attendersi se aumenta il numero dei controlli. Supponiamo per un momento che la situazione tra 2006 e 2007 sia rimasta immutata: se nel 2006 su 100 controlli trovavamo 15 conducenti positivi, nel 2007, facendo 200 controlli, di positivi ne dovremmo trovare più o meno il doppio. In sostanza, a situazione immutata, a più controlli corrispondono più positivi. Tuttavia, il numero dei positivi individuati è un indice di efficienza dell'operatività delle FF.OO. in quanto più positivi vengono identificati dai controlli, più conducenti pericolosi saranno stati messi in condizione di non nuocere; ma tale numero non riflette l'intensità del fenomeno, ovvero la proporzione generale dei conducenti che guidano in stato di ebbrezza. A questo fine è necessario rapportare i casi positivi al numero di controlli effettuati. Come può vedere in quest'altra tabella, ripresa dal nostro lavoro (v. tab.2), abbiamo eseguito questo semplice calcolo ed abbiamo visto che tale proporzione è passata dal 15% del 2006 al 6% del 2007. C'è stata quindi una riduzione di positività pari a ben 9 punti percentuali. In termine di riduzione percentuale... di queste percentuali (scusi il bisticcio), la proporzione della guida in stato di ebbrezza tra i controllati si è ridotta da un anno all'altro ben del 60%!
GB - In effetti ora è tutto più chiaro. Ma, mi perdoni: era davvero necessario scrivere un articolo scientifico al proposito? Non sarebbe stato sufficiente comunicare semplicemente il valore della riduzione messa in luce?
FT - Avremmo potuto seguire questa via se i controlli fossero stati svolti in maniera casuale. Ma questo non avviene, perché sarebbe inefficiente effettuarli in tale modo. Nei fatti, la gran parte dei controlli viene svolta:
- in termini di fondato sospetto (ovvero, fermando di preferenza conducenti che guidano pericolosamente, o in modo anormale, cosa che suggerisce possano essere in stato di ebbrezza);
- in luoghi od orari (ad es. nei pressi di discoteche, in ore serali/notturne, ecc.) che rendono più probabile l'individuazione di conducenti con un'alcolemia superiore al limite legale.
Questi criteri sono ottimali ai fini del miglioramento della sicurezza stradale (ed ad essi sarà bene si attengano sempre le FF.OO.); ma, dal punto di vista statistico, introducono pesanti distorsioni nelle stime. Ad esempio, un aumento della percentuale dei positivi potrebbe dipendere dall'adozione di nuovi criteri di fondato sospetto, più raffinati ed efficaci, non già dal fatto che i conducenti siano diventati più cauti nell'assumere bevande alcoliche prima di guidare; come pure, una diminuzione di tale percentuale potrebbe essere determinata dall'essere stati i controlli meno mirati.
Con una serie di ragionamenti epidemiologici, siamo riusciti a dimostrare che la riduzione percentuale osservata è reale, e non dipende da possibili distorsioni. E in base a questo si può affidabilmente concludere che all'aumento del numero dei controlli è corrisposta effettivamente una riduzione della prevalenza della guida in stato di ebbrezza sulle nostre strade. Non siamo stati in grado di stimare con esattezza questa riduzione (ciò non è tecnicamente possibile sui dati in questione); ma siamo stati in grado di stabilire che essa c'è stata e, per di più, che è consistente.
GB - Potrebbe illustrarci in modo semplice i ragionamenti svolti nel lavoro?
FT - Temo che nel farlo annoieremmo i lettori. Sarebbe, infatti, un discorso molto tecnico e... lunghissimo. Chi volesse approfondire la cosa può comunque fare riferimento al lavoro. Tuttavia, un'idea di massima la si può dare. Vediamo, ad esempio, queste altre due tabelle che abbiamo elaborato, dove i controlli sono divisi per fine settimana e per giorni feriali (v. tab.3 e tab.4). Come lei potrà osservare, le riduzioni delle percentuali non sono le stesse nei due casi: nel fine settimana abbiamo un calo di 4.2 punti percentuali; nei giorni feriali invece di ben 10.6 punti percentuali. In termini di riduzione percentuale delle percentuali, nel fine settimana questa risulta circa del 26%, nei giorni feriali del 75%. Un risultato di questo tipo porta a pensare che sia più facile per i conducenti limitarsi nel bere durante i giorni feriali che non nel fine settimana dove sussistono, per tipo di situazione, locali ed orari, condizioni che favoriscono in modo particolare l'assunzione di bevande alcoliche. D'altra parte, poiché la riduzione si presenta in entrambi i casi, sembra ragionevole pensare che l'aumento del numero dei controlli sia stato ben percepito da tutti i conducenti. Detto questo, resta il fatto che la riduzione nei giorni feriali risulta assai elevata. Come mai? Ora, come abbiamo mostrato nel nostro lavoro, l'aumento del numero dei controlli ha interessato principalmente proprio i giorni feriali. Complessivamente, si è passati dai 663 contr/die (controlli al giorno) del 2006 ai 2165 contr/die del 2007. Ma, mentre nel fine settimana i controlli erano già nel 2006 al livello di 1168 contr/die (e sono poi diventati 2290 contr/die, con un incremento del 96%), nei giorni feriali, dove si avevano soltanto 463 contr/die si è passati a ben 2123 contr/die (un incremento del 359%). In pratica, l'impegno delle FF.OO. non si è tradotto soltanto in un aumento del numero di controlli svolti, ma anche in una razionale allocazione degli stessi, a tal punto che oggi che il giorno sia feriale o meno, poco importa: il numero di controlli è quello. Sono queste, a mio parere, le strategie organizzative che servono a migliorare in senso profondo la sicurezza stradale del nostro paese.
GB - In effetti, si è molto parlato dell'aumento del numero di controlli, ma non di quest'ultimo aspetto da lei ora illustrato.
FT - Forse, lo si è ritenuto un dato troppo tecnico. Ma così non è, almeno a mio parere. Dietro questo cambiamento c'è una strategia di fondo, attuata con grande efficienza, finalizzata ad accrescere la percezione della possibilità di un controllo. Una sottile, quanto oculata, azione di prevenzione che, stando a quanto abbiamo messo in evidenza con la dott.ssa Macchia, è andata a buon fine.
GB - Quello che lei sta dicendo credo farà molto piacere alle FF.OO. .
FT - Se così sarà, ne sarò lieto: hanno fatto, e stanno facendo, un grosso lavoro la cui difficoltà non mi sembra sia da tutti compresa. Quello che mi auguro è che accanto ai controlli delle FF.OO. ne venga affiancato un certo numero svolto con criteri completamente casuali. In questo modo potremmo quantificare rapidamente (e correttamente) l'andamento delle cose senza dover ricorrere a complessi ragionamenti statistico-epidemiologici, che a più di tanto non possono portare.
GB - In chiusura della nostra intervista, vorrei chiederle: sui controlli per le droghe si può dire qualcosa?
FT - Purtroppo, in questo caso ci sono grossi problemi. I metodi oggi disponibili per evidenziare l'assunzione di sostanze non sono così praticabili ed affidabili come nel caso dell'alcol. Per evidenziare con sicurezza lo stato dei conducenti sono necessarie analisi successive in laboratori specializzati, che possono confermare o meno le positività riscontrate su strada. Il problema è complesso, e speriamo si trovi presto una soluzione accettabile per tutti. Una cosa che ci sembra non sia ben chiara a molti è che l'alcol, l'etanolo intendo, è una sola sostanza; le droghe, invece, sono tante sostanze, spesso insieme combinate. E il loro elenco non solo è lungo, ma non è neppure definitivo: ogni tanto ne spunta fuori una nuova, magari sintetizzata in qualche laboratorio clandestino. Insomma, alla luce di tutto questo, d'accordo con la dott.ssa Macchia, abbiamo deciso di non estendere ai controlli delle droghe l'analisi epidemiologica svolta per l'alcol.
GB - Quanto ci ha riferito in merito all'alcol è comunque assai confortante: bisogna dunque insistere con i controlli?
FT - Certamente. Peraltro, come credo che i lettori del Centauro già sappiano, nel 2008 il loro numero è ancora aumentato: abbiamo raggiunto la soglia di 1500000 controlli/anno! Nel 2009, poi, nei soli fine settimana del primo semestre, Polizia Stradale e Carabinieri hanno già svolto quasi 150000 controlli. Tuttavia, se come cittadino sono assai soddisfatto di questi risultati, dell'altra desidero osservare che bisognerebbe non solo incrementarne ancora il numero, ma anche affiancare ai controlli stessi altre azioni, tese sia ad allontanare dalla strada a tempo indeterminato i conducenti più pericolosi, sia a far sì che essi possano poi, con l'aiuto di alcologi e altri medici specialisti, uscire dalla spirale dell'alcol e delle droghe. Ma questo è un altro discorso.
GB - Magari potremmo farne oggetto di una successiva intervista...
FT - Perché no? Allora, come suol dirsi... resto in attesa di un suo segnale al riguardo.
GB - Grazie dott. Taggi, a lei e alla dott.ssa Macchia. E un caro saluto a tutti i suoi collaboratori dell'ONAT.
FT - Grazie a lei, dott. Biserni. E a presto.