Considerazioni sui microbirrifici artigianali
Considerazioni sui microbirrifici artigianali
La birra che birrei", targato Dreher e firmato Alessandro d'Alatri, è uno degli spot tv tormentoni dell'estate 2010 con i due protagonisti che fanno il verso su una spiaggia ai Blues Brothers ma anche a Gaber e Jannacci (il ritmo è quello indiavolato d'una sua celebre canzone). Il binomio birra-spiaggia rimanda a uno dei Caroselli più famosi, quel «Chiamami Peroni, sarò la tua birra» che nel 1968 vede la bionda e tedesca Solvi Stubing, uscire come Venere dalle onde per entrare nei sogni erotici di un'Italia nel pieno della contestazione.
La birra (quella industriale, il fenomeno dei micro-birrifici artigianali è recente) ha saputo segnare molto più del vino con slogan e testimonial l'immaginario degli italiani. Basti pensare allo scontro, nei primi Anni 60, fra la bionda Anita Ekberg e la bruna Mina (l'esordio «carosellistico» della tigre di Cremona è per uno spot legato alla bevanda). Negli anni delle polemiche sui vini adulterati sarà Renzo Arbore ad ammiccare «Birra: e sai cosa bevi», cui faceva seguire l'ormai mitica frase «Meditate, gente, meditate». Ma anche ai giorni nostri la friulana Moretti gioca la carta della genuinità o meglio della «sincerità» della birra: crea spot quasi surreali in cui l'uomo baffuto della sua etichetta, finisce nel Far West e riesce come uno sceriffo a far confessare trinariciuti motociclisti con il miraggio di un boccale spumeggiante. Non si può dimenticare un'altra espressione che ha fatto epoca: «Chi beve birra campa cent'anni». Per la cronaca fu coniato nel 1929. Non sappiamo se la birra aiuti gli uomini a vivere un secolo, di sicuro è riuscita a far campare uno slogan per più di 80 anni.