Considerazioni sul consumo di alcol in estate
Considerazioni sul consumo di alcol in estate
Estate uguale vacanze, divertimento, alcol e sesso, meglio se occasionale. Questo è quello che pensano molti giovani riguardo
alla bella stagione e i contraccettivi raramente vengono presi in considerazione.
Fortunatamente quest'anno c'è stato un cambio di rotta: l'ultima indagine sulla sessualità e gli adolescenti condotta dalla
Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, ha registrato dei buoni risultati.
Durante le vacanze, sei su dieci adolescenti hanno avuto almeno un rapporto occasionale e tra questi il 72% ha usato
contraccettivi, mentre il 20% confessa di aver messo un'abbondante scorta in valigia. Nel totale il 28% ha ammesso di essersi
protetto di più rispetto all'estate scorsa.
Questi sono i risultati emersi dalla campagna Travelsex, di cui vi avevamo informato prima delle partenze estive, attraverso
il quale la Sigo ha studiato le abitudini degli adolescenti delle principali città italiane per ben 10 settimane.
Il presidente della Sigo Giorgi Vittori commenta dicendo:
I risultati sono migliori di quanto ci aspettavamo. In particolare, sembra sia aumentata la consapevolezza, con un 44% che si
protegge sempre a ogni nuovo rapporto e solo il 6% che non ci pensa proprio. Certo, non sono ben conosciuti i limiti e i
rischi del coito interrotto, molto usato (23%) ma che non va considerato un metodo contraccettivo e dobbiamo sensibilizzare
quel 50% che dichiara di non essere sempre attento.
Nel complessivo c'è stata una riduzione dell'uso della pillola del giorno dopo e non si è verificato quell'afflusso negli
ambulatori, per gravidanze indesiderate e infezioni, che caratterizzava il mese di Settembre.
Purtroppo però come lo stesso Vittori afferma:
Siamo lontani da una situazione ideale. L'età media del primo rapporto sessuale, in Italia, è molto bassa. C'è un 20% di
ragazze che ha il primo rapporto tra i 14 e i 16 anni e una su tre di loro arriva a questo appuntamento totalmente
impreparata.
L'impegno della Sigo sull'educazione riproduttiva ha avuto i suoi frutti, ma bisogna soprattutto potenziare e sostenere i
consultori, che in Italia sono il 30% in meno rispetto a quanto previsto dalla legge 34/1996.