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News di Alcologia

Considerazioni sull'infarto miocardico

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Infarto miocardico Fattori di rischio

Numerosi sono gli elementi in grado di favorire lo sviluppo di placche aterosclerotiche, causa principale di infarto miocardico. Le

probabilità di subire un attacco di cuore sono maggiori nei soggetti che:
fumano;
hanno la pressione alta;
presentano alcuni valori ematici anomali (colesterolo totale elevato, aumento del rapporto LDL/HDL, trigliceridi alti, omocisteina elevata,

proteina C reattiva elevata, fibrinogeno elevato, iperglicemia a digiuno);
sono in sovrappeso od obesi (specie se la massa adiposa è concentrata a livello addominale);
svolgono un lavoro sedentario e non praticano regolare attività fisica;
fanno un largo uso di alcol e/o di determinate droghe (come metamfetamine e cocaina);
hanno uno o più famigliari che sono stati colpiti da infarto (il rischio aumenta se hanno subito l'evento in giovane età, prima dei 60 anni);
sono di sesso maschile (va detto, comunque che il rischio per le donne aumenta notevolmente dopo i 55 anni per il venir meno dell'effetto

protettivo esercitato dagli estrogeni durane il periodo fertile);
hanno più di 40 anni se uomini e 55 se donne;
sono fortemente stressati o si trovano in un momento di iperlavoro fisico o mentale (spesso l'infarto colpisce al mattino, momento della

giornata in cui si registrano i livelli più alti di cortisolo, noto anche come ormone dello stress).
Alcuni fattori di rischio non sono rimuovibili, mentre su tutti gli altri si può intervenire. I primi sono età, sesso e famigliarità.
Molti casi di infarto si verificano in concomitanza di sforzi fisici o psichici violenti, con grandi variazioni della pressione arteriosa.

Per questo motivo le attività di potenza (come il sollevamento pesi) risultano sulla carta più pericolose rispetto a quelle di resistenza

svolte ad intensità medio bassa (corsa, nuoto, ciclismo, sci di fondo ecc.) Va detto, per contro, che un cuore sano è perfettamente in grado

di tollerare qualsiasi genere di sforzo a cui viene sottoposto e che l'attività fisica è un'arma molto efficace sia nella prevenzione

primaria che in quella secondaria (per impedire, cioè, il ripresentarsi di un nuovo attacco cardiaco). In quest'ultimo caso deve ovviamente

essere strutturata secondo precise direttive ed eseguita sotto stretto controllo medico.
Tra i tanti benefici dell'attività fisica rientra anche il potenziamento dei cosiddetti circoli collaterali, paragonabili a stradine

secondarie capaci di sopperire, almeno in parte, al ridotto apporto di sangue nella via principale (arteria coronarica occlusa da un trombo).


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)