Consumo a rischio
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La quantificazione dei consumatori a rischio di alcol si basa sull'identificazione dei consumatori che eccedono le quantità che gli organismi di tutela della salute indicano come "limite massimo" da non superare per non incorrere in rischi, pericoli o danni completamente o parzialmente evitabili a fronte della moderazione o, in casi definiti (ad es. guida), dell'astensione nel consumo.
Le definizioni sottese all'identificazione del bere a rischio si basano su quelle della WHO dove per consumo a rischio (hazardous) si intende livelli di consumo o modalità del bere che possono determinare un rischio nel caso di persistenza di tali abitudini.
Le principali variabili che determinano il bere a rischio (o problematico) sono:
- frequenza del consumo di alcol;
- quantità di alcol consumate;
- concentrazione di episodi di consumo eccessivo episodico.
Le modalità di consumo che vengono generalmente considerate per identificare il rischio
possono essere:
- quantità in "eccedenza" consumate con frequenza regolare/persistente;
- quantità in eccedenza rispetto alle linee guida specifiche per sesso ed età;
- frequenza di episodi di consumi eccessivi.
Secondo le Linee Guida nazionali per una sana alimentazione dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) (7), che fanno proprie le indicazioni della WHO, del Ministero della Salute, dell'ISS e della SIA, in generale sono da considerare consumatori a rischio tutti gli individui di sesso femminile che eccedono i consumi di 20 grammi di alcol al giorno e tutti gli uomini che eccedono invece i 40 grammi di alcol al giorno (rispettivamente, 1-2 bicchieri e 2-3 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica).
Ma accanto a queste linee generali gender-oriented sono ben definiti anche alcuni limiti massimi, specifici per età, da non superare per non incorrere in un maggior rischio; tali limiti riguardano i consumi degli ultra65enni e dei giovani. Al di sotto dei 15 anni, qualunque livello di consumo alcolico è da considerarsi a rischio, tra i 16 e i 18 anni 1 bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica è il livello massimo di consumo alcolico consentito e sono da considerarsi consumatori a rischio gli ultra65enni di entrambi i sessi che consumano più di un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica al giorno (Individui a rischio per criterio ISS-INRAN).
Un ulteriore comportamento identificabile come a rischio è quello relativo all'abitudine (anche occasionale) di concentrare grandi quantità di alcol in un tempo limitato: il cosiddetto binge drinking. Il bere per ubriacarsi è considerato in Italia, come in Europa e nel mondo, un consumo a rischio e si caratterizza per l'assunzione di 6 o più bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica in un'unica occasione. Infine è sconsigliato a qualsiasi età il consumo di vino o bevande alcoliche lontano dai pasti.
Quelli sinora introdotti sono indicatori differenti di un fenomeno comune, l'abuso, per il quale la disponibilità di dati derivanti dalle indagini ISTAT, grazie anche alla modifica apportata nel 2003 allo standard di rilevazione, consente di stimare o elaborare in maniera diretta e indiretta il bere a rischio in Italia.