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Consumo di cocaina negli adulti: le evidenze scientifiche dalle neuroimmagini

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Consumo di cocaina negli adulti: le evidenze scientifiche dalle neuroimmagini
Franco Alessandrini, Giada Zoccatelli, Giovanni Serpelloni


Il gruppo di lavoro "Addiction Neuroscience Group"1 (2009), nella realizzazione di un progetto comune d'identificazione neurale delle aree cerebrali coinvolte nel meccanismo delle tossicodipendenza ha studiato con la fMRI le aree cerebrali del craving e del controllo degli impulsi assuntivi (resisting) in soggetti cocainomani. Scopo dello studio è stato l'identificazione dei substrati neuropsicologici sia del craving da cocaina, sia della capacità di saper resistere al craving (resisting o fronteggiamento). Il campione di studio ha incluso 10 pazienti tossicodipendenti (cocainomani) suddivisi in due gruppi, successivamente confrontabili tra loro: pazienti in grado di attuare un fronteggiamento del craving (pazienti "responder") e pazienti non in grado di attuare un fronteggiamento del craving (pazienti "low responder"). Localizzare le aree cognitive coinvolte nella capacità di sopprimere o inibire il desiderio di assunzione di droga significa trovare nuove strategie terapeutiche per la tossicodipendenza da cocaina, oltre che rendere visibili i danni che il cervello subisce. Il piacere provato durante l'assunzione di droga è strettamente collegato all'ambiente in cui è avvenuta l'assunzione e questo fa in modo che il craving da cocaina possa essere attivato da stimoli esterni che ne rievochino il ricordo. Sperimentalmente si possono usare degli stimoli
collegati all'uso di cocaina (es. immagini o filmati legati all'uso e consumo della sostanza) e stimoli di controllo (es. immagini di natura non correlati alla cocaina). Nello specifico, sono stati presentati ai soggetti tre video diversi per contenuto: filmati in cui sono presenti scene di consumo di cocaina, filmati paesaggistici (video di controllo) e filmati personalizzati che permettono il fronteggiamento del craving (Figura 1). I video sono stati proiettati all'interno del magnete RM e contemporaneamente è stata registrata l'attività nervosa cerebrale. Gli stimoli sono stati proiettati attraverso un sistema RM compatibile (monitor a cristalli liquidi e occhiali montati sopra la bobina per l'encefalo) mentre il paziente rimane sdraiato all'interno del magnete (Scanner Magnetom Allegra, Siemens, 3.0 Tesla).


Tratto da: "Neuroscienze delle dipendenze: il Neuroimaging"


Il testo completo dell'articolo: http://iport.dronet.org/com/filedownloadlink/allegatoA.php?key=716&lingua=1

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)