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Marijuana, consumatori a rischio di suicidio
fonte: Addictive Behaviors

La marijuana è una delle sostanze più frequentemente segnalate nei report tossicologici relativi a persone suicide. Infatti tra il 1996 e il 2007 la percentuale di persone decedute per suicidio positive a questa sostanza è raddoppiata. Nonostante una chiara relazione tra uso di marijuana e suicidio, manca una conoscenza dei fattori psicologici di vulnerabilità che possono interagire con l'uso di marijuana aumentando i casi di suicidio in gruppi ad alto rischio. Un team di psicologi americani ha esaminato l'impatto del disturbo di ansia sociale sulla relazione tra uso/non uso di marijuana e comportamenti suicidari in 343 volontari che hanno preso parte ad un programma per smettere di fumare. È stata esaminata anche l’influenza del disturbo di ansia sociale sulla frequenza d’uso (quotidiana o episodica). Circa il 19% dei partecipanti ha dichiarato di non aver mai utilizzato marijuana, il 39% ha dichiarato un uso corrente della sostanza. Di questi, il 32% ha riferito un uso quotidiano, e il 14% incontrava i criteri di definizione dello stato di tossicodipendenza, secondo quanto previsto dal DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Dai dati raccolti è emerso che il disturbo da ansia sociale influenza la relazione tra uso quotidiano e comportamenti suicidari. Sono stati esclusi possibili fattori condizionanti come le caratteristiche demografiche, la depressione ed altre forme di ansia. In altre parole, chi utilizza marijuana quotidianamente ed è affetto da elevata ansia sociale risulta esposto ad un maggior rischio, e in questa fascia si registra il più alto tasso di suicidi. I ricercatori evidenziano quindi l’importanza di valutare il disturbo d’ansia sociale nei consumatori abituali di marijuana, al fine di prevenire casi di suicidio in questa popolazione particolarmente a rischio.

Buckner JD, Joiner TE, Schmidt NB, Zvolensky MJ, Daily marijuana use and suicidality: The unique impact of social anxiety, Addictive Behaviors 37 (2012) 387–392.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)