338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

"Conta i bicchieri, perché loro contano": un manifesto per il mese della prevenzione alcologica

cufrad news alcologia il manifesto dell'Alcohol Prevention


Il manifesto per l'Alcohol Prevention

Cristina Pettenuzzo
In occasione dell'Alcohol Prevention Day, presso l'Istituto Superiore di Sanità, è stato distribuito il manifesto "Conta i bicchieri, perché loro contano". Il manifesto ha l'obiettivo di sensibilizzare sulla riduzione del consumo di alcol. L'alcol dipendenza è una malattia cronica, recidivante del Sistema Nervoso Centrale- paragonabile ad altre malattie croniche come il diabete, l'asma e l'ipertensione - che ha un impatto devastante non soltanto sulla vita delle persone che ne sono colpite ma anche su quella dei loro familiari e delle comunità di cui fanno parte. Secondo le stime dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l'alcol rappresenta in Europa il secondo fattore di rischio di malattia e morte prematura (dopo il tabacco) per l'impatto di disabilità e mortalità con costi altissimi di carattere sanitario, economico e sociale. Sempre l'OMS stima che l'alcol provochi, nel mondo, 2 milioni e mezzo di morti ogni anno. Nel nostro Paese ogni anno muoiono circa 17.000 persone a causa di malattie o incidenti legati al consumo eccessivo di alcol ed i costi complessivi, calcolando tra gli altri mortalità, morbilità, perdita di produttività e costi sanitari, equivalgono mediamente al 3,5% del PIL. L'alcol dipendenza è un problema molto diffuso: alcune ricerche dimostrano che in Europa oltre 14 milioni di persone soffrono, su base annua, di alcol dipendenza mentre in Italia gli alcolisti sono più di 1,5 milioni e 9 milioni sono le persone con consumo di alcol a rischio per la salute, secondo la classificazione dell'OMS. L'alcol è una sostanza psicoattiva che interferisce sul sistema dopaminergico e sul sistema oppioide endogeno e costituisce un notevole stimolo motivazionale al consumo per ottenere gratificazione. La dopamina è una sostanza che fa "stare bene", naturalmente prodotta dal cervello. Tuttavia, se la funzionalità dopaminergica è alterata dall'alcol dipendenza, l'individuo avverte un profondo senso di disagio che lo porta a cercare una gratificazione attraverso l'assunzione compulsiva ed incontrollata di alcol. "L'alcol dipendenza" - dichiara il Prof. Mauro Ceccanti, Direttore del Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, Università La Sapienza - "è una malattia cronica recidivante che agisce sul Sistema Nervoso Centrale e ne modifica la funzione. La sua azione si manifesta in vari stadi che si succedono nel tempo e che comportano una modificazione plastica del Sistema Nervoso Centrale". "Non ci sono zone del nostro corpo" - conclude il Prof. Ceccanti - "che non vengano danneggiate da un uso incongruo di alcol, così come dimostrato da una vasta mole di letteratura scientifica e come sostenuto dall'Oms". Attualmente il trattamento standard dell'alcol dipendenza è la terapia multifattoriale che associa il trattamento farmacologico con l'approccio psicologico, il counseling, la psicoterapia per raggiungere e mantenere l'astinenza. Tuttavia per molti pazienti l'astinenza totale, che rimane l'obiettivo primario, non è un obiettivo realistico e immediatamente raggiungibile poiché la percentuale di recidiva dei pazienti che seguono piani terapeutici mirati all'astinenza può essere anche dell'80%.La riduzione del consumo di alcol come obiettivo alternativo offre ai pazienti e ai medici un'opzione terapeutica importante. Per pazienti con alcol ipendenza severa, la riduzione può essere utile come misura di riduzione dei danni.

 

L'alcol rende più spigliati. Non è vero!

L'alcol disinibisce, eccita, ed aumenta il senso di socializzazione anche nelle persone più timide, salvo poi, superata tale fase iniziale, agire come un potente depressivo.

L'alcol aumenta i riflessi. Non è vero!

L'alcol provoca un iniziale stato di eccitazione che riduce la percezione del rischio e la capacità di

vigilanza; determina una sopravvalutazione delle proprie capacità e rallenta i tempi di reazione agli stimoli sonori, visivi e uditivi.

L'alcol dà forza. Non è vero!

L'alcol è un sedativo e produce soltanto una diminuzione del senso di affaticamento e della percezione del dolore. Inoltre solo una parte delle calorie fornite dall'alcol possono essere utilizzate per il lavoro muscolare.

L'alcol aiuta la digestione. Non è vero!

La rallenta e determina un alterato svuotamento dello stomaco. Ciò può portare ad una maggiore sonnolenza dopo pranzo che diminuisce i livelli di attenzione e vigilanza.

Le bevande alcoliche sono dissetanti. Non è vero!

Disidratano: l'alcol richiede una maggiore quantità di acqua per il suo metabolismo in quanto provoca un blocco dell'ormone antidiuretico, quindi fa urinare di più aumentando la sensazione di sete

L'alcol dà calore. Non è vero!

In realtà la dilatazione dei vasi sanguigni di cui è responsabile produce soltanto una momentanea ed ingannevole sensazione di calore in superficie che, in breve, comporta un ulteriore raffreddamento del corpo ed aumenta il rischio di assideramento sia in ambiente riscaldato sia in ambiente freddo.

L'alcol aiuta a riprendersi da uno shock. Non è vero!

Provoca la dilatazione dei capillari e determina un diminuito afflusso di sangue agli organi interni, soprattutto al cervello.

L'alcol è una sostanza che protegge. Non è vero!

Anche se alcune evidenze mostrano che minime quantità di alcol possono contribuire, solo nei soggetti adulti e di sesso maschile, a ridurre il rischio di mortalità cardiovascolare è bene ricordare che alle stesse quantità consumate corrisponde un aumento del rischio di cirrosi epatica, alcuni tumori, patologie cerebrovascolari, incidenti sul lavoro, stradali e domestici, violenza. In ogni caso, un individuo che non beve non deve essere sollecitato a bere al fine di prevenire un patologia, senza essere informato adeguatamente dei rischi che il consumo alcolico comporta.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)