Controlli al lavoro, occhio alle dipendenze
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La dipendenza da sostanze stupefacenti o da alcol per chi fa lavori che comportano rischi per la salute di terzi deve essere verificata. A dirlo è la normativa sulla sicurezza sul lavoro che assegna ai medici competenti il compito molto delicato di effettuare esami che accertino l'uso di stupefacenti o di alcolici. In pratica il medico del lavoro deve fare un controllo di primo livello, inviare alle strutture sanitarie pubbliche gli esami effettuati sul lavoratore perché queste effettuino ulteriori approfondimenti (i cosiddetti controlli di secondo livello) volti ad accertare l'effettiva dipendenza da alcol o da sostanze stupefacenti.
"Il problema - spiega il dottor Giampaolo Fratini, membro del Conameco, il sindacato del medici del lavoro - è che questo ruolo impone ai medici competenti di entrare nella sfera privata dei lavoratori per appropriarsi di conoscenze che poi vanno a ritorcersi contro il lavoratore stesso, distruggendo così il necessario rapporto di fiducia fra medico e paziente, spesso costruito a fatica in anni di lavoro, riducendolo a una relazione fredda e distaccata. Inoltre la legge impone delle sanzioni molto severe (fino a 10.500 euro) qualora le numerose pratiche burocratiche previste vengano disattese".
I lavoratori soggetti a test. La procedura di controllo è finalizzata a prevenire incidenti collegati allo svolgimento di mansioni lavorative che mettono a rischio la salute di altre persone. Ovvero conducenti di veicoli stradali (come autotreni, rimorchi o autobus) e quelli per cui è richiesto il certificato di abilitazione professionale (taxi o autonoleggio); personale addetto alla circolazione dei treni e quello ferroviario delle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria; addetti alla conduzione di imbarcazioni da diporto adibite a noleggio, di metropolitane, di tranvie, di filovie, di autolinee e di impianti funicolari, aerei e terrestri; controllori di volo ed esperti di assistenza di volo; lavoratori impegnati nella guida di macchine di movimentazione terra e merci.
I controlli, come funzionano. Il datore di lavoro stila e consegna la lista di tutti i lavoratori che svolgono mansioni pericolose per terzi al medico competente che esegue gli accertamenti di primo livello. "L'accertamento - si legge nella normativa - comprende la visita medica orientata all'identificazione di segni e sintomi suggestivi di assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Contestualmente a tale visita, dovrà essere effettuato un test tossicologico-analitico di primo livello che potrà essere eseguito presso idonee strutture laboratoristiche autorizzate dalla Regione o presso il laboratori delle strutture sanitarie competenti".
Se il risultato è negativo si emette una certificazione di idoneità per lo svolgimento del mestiere. Se è positivo, si dà un'idoneità temporanea al lavoratore a cui "viene data formale comunicazione e, contestualmente, si informa il datore di lavoro che provvederà, nel rispetto della dignità e della privacy della persona, a sospendere temporaneamente, in via cautelativa, il lavoratore dallo svolgimento della mansione a rischio". Infine viene rinviato alla struttura sanitaria competente che esegue i controlli di secondo livello. Se gli esami sono di nuovo positivi ed esiste una dipendenza, allora si intraprende un processo di riabilitazione presso il Sert, alla fine del quale seguono sei mesi di monitoraggio cautelativo. A quel punto il lavoratore viene rinviato al medico del lavoro che esegue il test di rientro. Qualora il test sia ancora positivo non avviene il licenziamento ma l'esonero definitivo dalle mansioni che mettono a rischio la salute di terze persone, in caso contrario si può tornare al proprio lavoro.
La normativa. Tutto ciò avviene perché lo prevede il testo unico sulla sicurezza sul lavoro che impone l'accertamento della dipendenza da alcol o da sostanze stupefacenti. "L'art. 41, del T.U. del 2008 - spiega Patrizia Tullini, professoressa di diritto del lavoro all'Università di Bologna - è in realtà una norma di rinvio a tipologie di accertamenti che sono ammesse solo nei casi e alle condizioni previste dall'ordinamento. I pratica si rinvia tutto a una disciplina specifica relativa all'alcol dipendenza e alla tossicodipendenza, che è quella contenuta negli accordi Stato-Regioni. Il primo accordo in Conferenza Unificata del 30 ottobre del 2007 riguarda la tossicodipendenza ed è stato integrato dal successivo accordo sulle procedure sanitarie del 17 settembre 2008".
Come si accerta la dipendenza. "Chi ha un lavoro che può mettere a rischio la salute di terzi può stare tranquillo anche se beve solo un bicchiere. Gli esami che si eseguono infatti vanno a individuare degli indicatori enzimatici che sono prodotti solo dall'assunzione cronica. I controlli quindi verificano la propensione all'uso di alcol e di sostanze stupefacenti o psicotrope. In pratica - spiega il prof. Fabio Buzzi, del dipartimento di medicina legale e farmaco tossicologia e scienze forense dell'Università di Pavia - si accerta l'uso pregresso reiterato di queste sostanze".
Le sanzioni per i medici del lavoro. "La normativa in vigore tutela i lavoratori - commenta Guido Marinoni, consigliere della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) - ma andrebbe rivista nelle parti che riguardano i medici del lavoro. Il medico competente è infatti titolare di una serie di obblighi normativamente indicati, che sono per lo più atti burocratici, a cui corrispondono specifiche sanzioni. Un medico del lavoro può essere punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da euro 1.000 a euro 4.000 per la violazione proprio di prassi burocratiche. Inoltre hanno obblighi di aggiornamento professionale molto rigidi". Insomma, conclude Marinoni, sarebbe necessario un tavolo di discussione con i medici del lavoro e con il ministero del Lavoro per considerare e rivalutare le criticità della normativa riguardante le sanzioni e gli aggiornamenti professionali. Anche i medici del lavoro, con il loro sindacato il Conameco, propongono di rivedere proprio queste parti della normativa e auspicano il confronto.