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Crack e comportamenti antisociali, uno studio brasiliano

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Crack e comportamenti antisociali, uno studio brasiliano

Fonte: American Journal on Addictions

 

Titolo originale e autori: Paim Kessler FH, Barbosa Terra M, Faller S, et al. Crack users show high rates of antisocial personality disorder, engagement in illegal activities and other psychosocial problems. Am J Addict. 2012 Jul;21(4):370-80.-


I consumatori di crack hanno più problemi lavorativi, familiari e legali, e sono coinvolti in più attività illegali e violente rispetto ad altre tipologie di tossicodipendenti. Questi sono i dati emersi dallo studio di Paim Kessler e colleghi della Federal University of Rio Grande do Sul (Brasile), pubblicato sul American Journal on Addictions.
Lo studio multicentrico ha coinvolto cinque centri di ricerca brasiliani, con lo scopo di confrontare tre gruppi di consumatori di sostanze psicoattive (consumatori di cocaina crack, di cocaina in polvere, e pazienti non cocainomani) in termini di comorbidità psichiatrica e gravità dei problemi psico-sociali.
Hanno partecipato allo studio 738 tossicodipendenti in cerca di cure specialistiche: 293 erano pazienti assuntori di crack, 126 consumatori di cocaina in polvere e 319 non cocainomani (per lo più consumatori di alcol e marijuana). I consumatori di cocaina, sia sotto forma di crack che in polvere, risultavano significativamente più giovani rispetto agli altri tossicodipendenti. I soggetti sono stati valutati usando una specifica scala di gravità della dipendenza (ASI-6) e, dai dati ottenuti, è risultato che i consumatori di crack presentavano una percentuale significativamente più alta di problemi lavorativi, familiari e legali e riferivano più attività illegali e violente, quali furto con scasso (23%), minacce o aggressioni (32%) rispetto ai non-cocainomani. La comorbidità psichiatrica, invece, è stata valutata in un campione ridotto di pazienti (290) ed è emerso che i consumatori di crack avevano un tasso più alto di disturbo antisociale di personalità (25%) rispetto a chi sniffava cocaina (9%) e ai non cocainomani (9%).
Questi risultati, insieme all'aumento della prevalenza del consumo di crack recentemente osservato in Brasile, evidenziano la gravità dei sintomi psichiatrici e dei problemi psico-sociali legati a questa droga. Secondo gli autori i programmi di trattamento per i consumatori di crack dovrebbero sempre considerare la possibilità di comorbidità psichiatriche associate, quali il disturbo antisociale di personalità, che possono influenzare gli esiti del trattamento.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)