Criminalizzare l'alcol non è utile a nessuno
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Dibattito Nel suo intervento sul Messaggero Veneto di lunedì 21 dicembre, il dottor Francesco Piani afferma, rivolto al sottoscritto: «... Stupisce che un professionista critichi i dati presentati senza fornire alcuna minima giustificazione alle proprie tesi e soprattutto senza fornire i suoi dati a confronto, come d'abitudine si fa nei consessi scientifici... e, ancora... rimaniamo in attesa da lui di notizie un po' più serie e concrete». Bene, prima di tutto invito il dottor Piani a rileggersi la mia lettera, che riporta chiaramente: «Non metto certamente in discussione i dati statistici né, tanto meno, i danni causati alla salute dall'uso incongruo di bevande alcoliche...» e poi approfitto dell'occasione per proporre «alcune giustificazioni alle mie tesi», sia bene, strettamente di ordine scientifico, come lui stesso consiglia. Quando si utilizzano i soldi pubblici si dovrebbe verificare l'efficacia degli interventi proposti. Le prove di efficacia si fanno con gli studi randomizzati e controllati, pubblicati su riviste scientifiche accreditate. Per sapere quali sono le azioni pratiche efficaci, gli Stati europei hanno delegato enti internazionali come l'Organizzazione mondiale della sanità e la Commissione europea di fornire "indicazioni di buone pratiche", sicuramente non vincolanti per gli Stati stessi, che sono sempre padroni di spendere i soldi come vogliono. Su tutti gli studi effettuati al mondo sono poi fatte delle metanalisi (enti tipo Cochrane) che escludono gli studi peggiori e considerano solo i migliori. Al momento, per i problemi alcol-correlati, esiste solo un grosso studio statunitense, lo studio Mesa Grande1i, ripreso poi da un documento ufficiale della Commissione europea che riporta al capitolo 7 i commenti a tutta una serie di azioni di salute pubblica efficaci o meno, per ridurre i danni causati dall'alcol. In esso vi si legge che le campagne mediatiche da sole sono inefficaci. Sono efficaci solo quando propongono un cambiamento di strategia o una novità per la quale si chiede il coinvolgimento della popolazione generale. La campagna "Mole il bevi" pensata, come dice lo stesso Piani, per gettare un sasso nello stagno dei consumi alcolici, non propone nuove strategie, colpevolizza anche il bere moderato ed è, secondo i criteri qui sopra esposti, destinata a essere fallimentare... a meno che Piani non ci dimostri il contrario. Non ci dimostri, con uno studio ben pianificato e valutato, che la sua campagna (o condivisa da lui) ha avuto un effetto positivo sulla riduzione del bere a rischio (ma lui stesso ha detto di no...). Allora, secondo questi criteri, non doveva essere fatta! Anche l'informazione, la sensibilizzazione e l'educazione scolastica, benché siano proposte da tante scuole italiane ed europee, hanno una scarsa efficacia se non sono collegate ad altre azioni. Quali? Dovrebbe sempre essere Piani a dirci cosa fare, visto che oltre a essere il responsabile del Dipartimento delle dipendenze dell'Ass 4 Medio Friuli è anche il presidente della Commissione regionale delle dipendenze dove si propongono azioni e dispone di fondi specifici. Nessuno dubita dei danni causati dall'alcol o dei dati statistici, ma criminalizzare l'alcol non serve proprio a nulla. Se i giovani non avessero l'alcol userebbero la trielina o altri solventi per "sballare" (come fanno nei Paesi poveri...). Il dottor Piani dice che ci vorrebbero strategie pluriennali, ben collaudate. Ma perché non le ha fatte? Sono anni che riveste gli stessi ruoli dirigenziali, forse non le conosce? Perché non ha creato le reti? Quanti soldi messi a sua disposizione sono stati spesi per far sedere tutti (dico tutti, non solo enti e strutture sanitarie o specializzate) intorno a un tavolo e parlare di azioni concrete? Conosce solo la prevenzione (universale o selettiva)? Ma c'è anche la promozione della salute con il lavoro sui determinanti, sulla salutogenes, sulle risorse individuali e di comunità. Si dovrebbe lavorare sulle condizioni che portano le persone a un uso incongruo di bevande alcoliche o droghe, non colpevolizzare l'alcol, o peggio ancora il vino, importante risorsa regionale, che è solo uno dei possibili strumenti di sballo e di cattiva salute. È solo l'alcol causa degli incidenti stradali o anche gli psicofarmaci, la depressione o la distrazione? Chi dovrebbe proporre le azioni che il dottor Piani invoca? È lui il responsabile e punto di riferimento regionale delle politiche alcol-correlate. Dovrebbe fare strategie nuove, concertate con tutti gli attori della comunità, dai produttori di vino, agli industriali e alle associazioni che valorizzano il vino come prodotto della nostra terra, per lanciare la regione a livello turistico. In tutti questi anni il dottor Piani non è stato al passo con i tempi. Adesso si parla di identificazione e riduzione del bere a rischio (sono stato io a introdurre questa metodica nell'assistenza sanitaria primaria in regione, collaborando con l'Istituto superiore della sanità e adesso recepita dal progetto regionale "Gente di cuore") mentre il dottor Piani continua a sovraccaricare le famiglie e le scuole con responsabilità che non riescono più a gestire. La metodologia che da anni si propone per la disassuefazione dall'alcolismo è solo una di quelle possibili e ha solo un lavoro di efficacia che non sono mai riuscito a trovare nei normali archivi scientifici. Se non c'è il confronto scientifico, a livello internazionale, è come se non ci fosse il metodo! Infine i miei lavori scientifici (io sono un medico di medicina generale!): per trovarli basta andare su Pubmed http://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez o su Google Scholar http://scholar.google.it/ e digitare il mio cognome e nome. Sul sito della Forum Editrice http://www.forumeditrice.it si possono trovare i tre libri che ho curato, due assieme al professor Breschi del dipartimento di Scienze statistiche dell'Università di Udine, dove ci sono anche dei dati di un'indagine fatta in regione e dove propongo le risorse e la ricerca qualitativa come possibile strumento di lavoro. Una tesi di laurea in Medicina sull'alcol è stata pubblicata, mentre un'altra è in fase di pubblicazione. Ma dove sono gli studi scientifici del dottor Piani, che si appella a lavori fatti da altri? Nei siti che riporto qui sopra, non si riesce a trovare un solo articolo. Forse è sempre stato troppo intento a informare, sensibilizzare ed educare altre persone senza curarsi di dimostrare scientificamente che sta utilizzando, e consiglia di utilizzare, i soldi pubblici in modo efficace!