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Crisi, aumenta il consumo di antidepressivi: sarà la soluzione?

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Crisi, aumenta il consumo di antidepressivi: sarà la soluzione?

Il mondo occidentale sta vivendo un periodo di crisi finanziaria molto grave e indice di questa difficoltà è sicuramente una generale

diminuzione dei consumi. Tuttavia ci sono dei settori in cui, nonostante il momento in cui ci troviamo, si registra comunque un aumento

esponenziale delle vendite.
Non è la prima volta che, in momenti di crisi, gli antidepressivi e in generale gli psicofarmaci diventano prodotti di consumo di massa.

Nonostante queste pillole non siano evidentemente un bene di prima necessità, negli ultimi dieci anni si è registrato un incremento delle

vendite del 400% negli Usa e del 76% in Italia.
Il punto di forza di questi farmaci è che, pur non avendo funzione curativa ma palliativa, riescono a risolvere parzialmente situazioni di

stress che si vengono a creare per l'aumento della disoccupazione, la crescita del costo della vita e tutte le problematiche sociali ed

economiche che in questi ultimi anni sono emerse. Gli informatori farmaceutici tendono sempre più a sottoporre ai medici nuovi prodotti che,

spesso con sconsideratezza, vengono proposti ai pazienti con il conseguente incremento dei fatturati delle case produttrici.
Coloro che utilizzano questi medicamenti fanno parte soprattutto della classe più agiata della popolazione, dato che evidenzia ancora una

volta quanto le influenze consumistiche e per prima la pubblicità facciano pressione sulle persone per rendere necessario quello che in

alcuni casi magari non lo è davvero. Da oltremare giungono notizie agghiaccianti, una ricerca statunitense ha appurato infatti che ad un

bambino su dieci vengono somministrati farmaci di questo tipo utilizzando ricette prescritte per genitori o affini. Questo dato può far

riflettere su quanto la pubblicità possa influenzare un genitore che vede il proprio figlio in difficoltà, a ritenere che l'unico o comunque

il più efficace rimedio per questo disagio sia un farmaco.
Spesso però si tende a sottovalutare questo utilizzo smodato di medicinali, che presi per un lungo periodo di tempo o in dosi esagerate

possono causare lo sviluppo di patologie psichiche precedentemente non sussistenti. Quello che succede frequentemente è che si tende a

considerare questi "rimedi in gocce" come innocui, senza valutare che possono avere effetti collaterali pesanti e portare addirittura alla

dipendenza. Solo metà delle persone che normalmente fanno utilizzo di antidepressivi ne traggono un vero e proprio beneficio e bisognerebbe valutare se un successo pari al 50 per cento è sufficiente a controbilanciare i danni prodotti dai numerosi effetti collaterali, perché, dopotutto, si tratta sempre di farmaci che alterano un equilibrio biologico.
Ciò che si potrebbe fare è cercare di combattere questo disagio, quest'ansia in maniera più naturale cercando di vivere nel modo più sereno possibile affrontando i problemi che, volta per volta si presentano. Non sempre si ha il tempo, il modo, la capacità e la tranquillità per poter fare questo, ma, prima di arrivare a soffrire di depressione, invece di cominciare subito con l'utilizzo di farmaci si può ricorrere anche a medicine alternative, con estratti di erbe o pratiche di rilassamento.
L'uomo moderno è inevitabilmente sottoposto a diversi tipi di pressioni in ogni ambito della vita. Risulta semplice quindi capire come nelle situazioni di disagio, di ansia senza arrivare alla depressione vera e propria, sia decisamente più semplice affidarsi all'utilizzo di una pillola piuttosto che andare a indagare dentro di sé che cosa non va, da che cosa deriva l'inquietudine o per quale motivo si è turbati. Bisognerebbe che a volte i medici dedicassero più tempo al colloquio col paziente cercando di risalire alle radici più profonde del malessere senza limitarsi a prescrivere un farmaco palliativo, per lasciare inalterato il problema che vi è alla radice. Le inquietudini che qualsiasi persona vivente ha sono però non solo il risultato delle esperienze personali del singolo, ma anche del momento sociale, della condizione economica e della situazione in cui esso è inserito. Sarebbe quindi un errore imperdonabile distaccare il singolo dalla realtà che vive.
In questo momento di difficoltà è necessario trovare degli strumenti che possano aiutare le persone a risolvere questa crisi di valori, morale, fiducia che permea da ogni ambito della nostra società senza lasciarle in balia di problematiche difficilmente risolvibili dal singolo, il quale tende a ricorrere a rimedi artificiali.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)