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Crisi economica: aumento di suicidi, patologie psichiatriche e abuso di alcol

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Crisi, aumentano i suicidi
Sanità, Sos dalla Regione
L'Osservatorio europeo sui sistemi e le politiche sanitarie dettaglia l'impatto della congiuntura economica: «In aumento anche consumo di alcol e patologie psichiatriche». Padrin: «No ai tagli lineari del Governo e alla riduzione dei nostri margini di autonomia»

Venezia. Aumento dei suicidi e delle patologie psichiatriche, maggior consumo di alcol, alimentazione disordinata e irregolare, calo degli incidenti stradali, calo delle liste di attesa e maggior ricorso alla sanità pubblica rispetto alle strutture private. È questo l'impatto della crisi finanziaria sui sistemi sanitari dei paesi Ue, secondo quanto è emerso in Consiglio regionale in occasione della «Summer School» dell'Osservatorio Europeo sui Sistemi e le Politiche Sanitarie in corso all'isola di San Servolo a Venezia.


All'iniziativa, promossa dalla commissione Sanità presieduta da Leonardo Padrin, c'erano gli assessori regionali alla Sanità e al sociale Luca Coletto e Remo Sernagiotto, i consiglieri regionali e i direttori sanitari delle Ulss venete. «La crisi finanziaria - ha spiegato Josep Figueras, direttore dell'Osservatorio - sta inducendo la maggior parte dei Paesi Ue a tagliare i costi e/o a ridurre i servizi, ma i tagli rischiano di trasformarsi un maggior onere futuro». Per l'Osservatorio gli investimenti nella sanità e nel welfare generano ricchezza e sviluppo, a patto che la spesa sanitaria sia «efficiente e appropriata». Per il tedesco Reinhard Bussè, le soluzioni adottate per fronteggiare il calo delle risorse per la sanità dettato dalle "spending review" sono varie: la Spagna ha scelto di ridurre i livelli di copertura sanitaria (ma non la regione catalana), Bulgaria, Ungheria, Austra, Slovacchia e Lituania hanno aumentato i ticket. Olanda, Francia, Lussemburgo, Belgio e Cipro hanno fatto leva sulle assicurazioni private volontarie, l'Inghilterra paga di più i propri medici di base per migliorare l'appropriatezza delle cure riuscendo così a ridurre del 5% i ricoveri in ospedale. Ma l'aumento dei ticket non è sostenibile quando supera il 30% del costo (in Veneto il livello di compartecipazione dei cittadini è al 25%, +5% rispetto alla media nazionale) perchè finirebbe per escludere troppi nuclei familiari dall'accesso ai servizi e non porta significativi ricavi, mentre il ricorso alle assicurazioni private è «a guadagno zero per la società» e non incentiva un uso appropriato della sanità.


«Meglio investire sull'efficienza del sistema sanitario», ha detto l'inglese Peter Smith secondo cui servono bilanci strutturati sulla base dei bisogni della popolazione, medici di base pagati meglio perchè si occupino dei propri assistiti, riorganizzazione della rete ospedaliera, contratti con i fornitori rinegoziati a migliori condizioni, redistribuzione delle competenze tra medici e operatori sanitari, riduzione degli stipendi per le professioni sanitarie, utilizzo di ticket e tariffe per calmierare la domanda e più formazione per i manager sanitari. «Il piano sociosanitario del Veneto approvato un mese fa ne esce promosso a pieni voti», ha commentato Padrin. «Il governo ci sta tagliando i margini di autonomia per utilizzare le nostre risorse per un sistema sanitario al costo più basso. Per questo diciamo no ai tagli lineari».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)