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Curr Psychiatry Report: quando il gioco d'azzardo diventa dipendenza

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Per questo motivo diversi ricercatori hanno sottoposto alcuni individui dipendenti dal gioco d'azzardo agli stessi paradigmi

sperimentali proposti a soggetti tossicodipendenti, in particolare investigando la sensibilità al guadagno e alla perdita,

l'impulsività, la reattività agli stimoli e la capacità di prendere decisioni. I soggetti con PG sottoposti alla Risonanza

Magnetica funzionale durante l'esecuzione di compiti che valutano la capacità di reagire al guadagno e alla perdita, hanno

dimostrato una diminuita attività del sistema mesocorticolimbico che comprende il nucleo striato ventrale (VSN), l'amigdala

(Am) e la corteccia prefrontale ventromediale (VMPFC). Questo si spiega con l'alterata trasmissione del neurotrasmettitore

dopaminergico che dai nuclei sottocorticali (VSN e Am) proietta alla corteccia prefrontale (VMPFC) per l'integrazione delle

informazioni. In situazioni di gioco d'azzardo, i soggetti con PG mostrano inoltre un'estesa attivazione della corteccia

cingolata anteriore (ACC), e dimostrano azioni e scelte più rischiose, un'aumentata reattività agli stimoli collegati al

gioco, una forte impulsività e disinibizione. Le affinità neurocognitive e la simile responsività farmacologica nei soggetti

con PG e nei soggetti con dipendenza da sostanze d'abuso (SUD) sembrano indicare una comune vulnerabilità ai comportanti

additivi e probabilmente una simile strutturale patologica. Le continue ricerche nel campo delle neuroscienze sono quindi

utili per definire quali differenze e uguaglianze neurocognitive esistono tra PG e SUD, arrivando a una nuova classificazione

del PG sul DSM-V, da semplice disturbo del controllo degli impulsi a vera dipendenza comportamentale