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Cyberpsychology, behavior, and social networking: gioco d'azzardo on line, giovani maschi single più a rischio

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Gioco d’azzardo on line, giovani maschi single più a rischio

Alcuni ricercatori canadesi hanno effettuato uno studio socio demografico per analizzare il rischio di dipendenza da gioco d’azzardo tra i giocatori online e i  giocatori  tradizionali. Del campione totale di 8.456, 8.363 intervistati non avevano mai giocato online, mentre 111 giocatori avevano giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi. L’età dei soggetti campionati è stata superiore ai 18 anni. I ricercatori hanno osservato che, il 92,8% dei giocatori on–line, avevano comunque giocato anche al di fuori del web. Rispetto ai giocatori tradizionali, i giocatori on–line  a rischio, sono risultati per la maggior parte maschi (82% vs 50,3%) giovani con un’età compresa tra i 25 anni e i 34 anni (40,2% vs 15,8%)  single (42,6% vs 23,0%) oppure   conviventi (30,9% vs 21,8%) e lavoratori a tempo pieno (55,2% vs 52,2%). Secondo lo studio, i giocatori on-line sono maggiormente predisposti a giocare tutti i giochi offerti e soprattutto il poker (66,6% vs 5,4%) ad eccezione della lotteria che invece, risulta il gioco più frequente per i giocatori tradizionali (92,9% vs 77,0%). Le analisi hanno rilevato che, anche i giocatori che scommettono on–line giocano più frequentemente ogni settimana rispetto agli altri (62,3% vs 39,3%). Inoltre, la maggior parte dei giocatori online investe nel gioco d’azzardo tra i $1.001 e $5.000 all’anno  rispetto ai  giocatori tradizionali che spendono meno di $100 (32,3% vs 35,5%). La ricerca ha evidenziato che più del 50% dei giocatori on-line, hanno dichiarato di fare uso di alcol due o tre volte a settimana. Rispetto ai giocatori tradizionali una percentuale  molto significativa superiore di giocatori on–line ha riferito di fare uso di cannabis negli ultimi 12 mesi (32,9% vs 11,3%).  Infine i ricercatori hanno suggerito che  per meglio chiarire  il  meccanismo alla base del gioco d’azzardo on line è necessario  predisporre ulteriori studi  e analisi sui soggetti a rischio.

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)