Dal pediatra per smaltire la sbornia: cresce l'abuso di alcol tra i giovanissimi
Dal pediatra per smaltire la sbornia: cresce l'abuso di alcol tra i giovanissimi
Ragazzina di 13 anni beve e poi si sente male, ricoverata all'ospedale Ogni weekend al pronto soccorso dedicato arrivano
almeno due giovanissimi che hanno alzato un po' troppo il gomito
FRA.GO.
PITIGLIANO. Quando è arrivata al pronto soccorso del Misericordia di Grosseto, non riusciva nemmeno a parlare. Era agitata,
pronunciava parole senza senso. Aveva bevuto. Un po' troppo, per la sua età. Tredici anni, compiuti da poco. Costretta sul
lettino del pronto soccorso pediatrico del Misericordia per smaltire la sbornia.
È successo qualche sera fa. La ragazzina era insieme ad alcuni amici nella città del Tufo quando ha cominciato a sentirsi
male. Ad avere giramenti di testa, a pronunciare frasi sconnesse. Ad urlare senza un perché. Ad agitarsi. È stata
accompagnata al pronto soccorso del Misericordia. Visitata, è stata messa a letto e i medici le hanno fatto una flebo. Poi
qualche ora di sonno e la sbornia è passata. Probabilmente insieme alla voglia di riprovarci un'altra volta.
Non è certo il primo caso che i medici del pronto soccorso pediatrico di Grosseto si sono trovati davanti. Ogni fine
settimana al Misericordia, di ragazzini in preda ai fumi dell'alcol ne arrivano almeno due. Ragazzi sotto i sedici anni che
hanno provato la prima volta a bere alcolici o che invece, di drink e birre, ne hanno buttati giù un po' troppo. Una
situazione che dà non pochi pensieri ai genitori che restano a casa o che qualche volta sono costretti anche ad accompagnare
i loro figli all'ospedale per far smaltire meglio loro la sbornia. La situazione non è delle peggiori, nella provincia. Ma
un' indagine finanziata dal Cesvot e promossa dall'associazione dei Club degli alcolisti in trattamento di Grosseto e dalla
rete dei servizi che ha coinvolto 1002 studenti delle superiori della provincia, lo ha detto chiaro: bisogna prevenire.
Perché i ragazzi, si legge nella ricerca, non bevono soltanto quando sono fuori casa, a ballare o con gli amici. Ma
cominciano prestissimo e a casa loro. L'età del primo assaggio è sempre più precoce ed avviene prima dei 10 anni, a tavola in
famiglia. Ed è tra i 10 e i 14 anni che i consumi si impennano. «A 16 anni il danno è fatto. I ragazzi e le ragazze di
Grosseto e provincia - ha detto il coordinatore del Dipartimento per la prevenzione e la tutela del disagio, Giuseppe Corlito
- consumano alcol nell'85 per cento dei casi e in dosi sicuramente dannose per individui adulti. In più del 50 per cento dei
casi si tratta di vino consumato ai pasti, in base alla tradizione familiare mediterranea. Gli stessi ragazzi, nel 50 per
cento dei casi, nel questionario anonimo su cui la ricerca è stata condotta, hanno dichiarato di aver sperimentato almeno un
episodio di ubriachezza nei 12 mesi precedenti l'inchiesta».