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Dalle "Legal high" alle nuove sostanze psicoattive: dal Regno Unito un dibattito scientifico

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Dalle "Legal high" alle nuove sostanze psicoattive, dal Regno Unito un dibattito scientifico
fonte: International Journal of Drug Policy

Pubblicato sulla rivista International Journal of Drug Policy il punto di vista di alcuni ricercatori circa l'uso della definizione "Legal high" nell'ambito delle pubblicazioni scientifiche che trattano la caratterizzazione, la diffusione, e gli effetti di questa tipologia di droghe.
Ornella Corazza del Progetto ReDNet (University of Hertfordshire, UK) e colleghi, osservano come, in ambito di prevenzione e ricerca, l'uso della dicitura "Legal high" possa rappresentare una definizione ambigua. Il termine "Legal" farebbe infatti immediatamente pensare ad una sostanza legale, non proibita e che può essere dunque percepita, soprattutto dai giovani, come non pericolosa. Il termine "high" fa invece pensare ad una positività degli effetti. Pertanto gli autori della pubblicazione propongono di uniformare la definizione di questa tipologia di sostanze con la dicitura "Nuove Sostanze Psicoattive" (in inglese Novel Psycoactive Substances, NPS), una terminologia facilmente traducibile in diverse lingue e senza dare adito ad interpretazioni ambigue. Molte di queste droghe, identificate attraverso l'uso di varie e sempre più sofisticate metodologie analitiche, rappresentano degli analoghi e derivati di origine sintetica di droghe già note. Un esempio è costituito dalle piperazine, dai catinoni (cheto derivati delle amfetamine, quali ad esempio il mefedrone), o da droghe sintetiche che agiscono sugli stessi recettori del THC (principio attivo della cannabis) come i cannabinoidi sintetici. La loro diffusione è spesso legata alla possibilità di pubblicizzare e commercializzare tale tipologia di sostanze attraverso la rete, facilmente accessibile a tutti, in particolare alla popolazione giovanile, e diversi studi sono stati condotti proprio sulla diffusione e l'aspetto dei prodotti circolanti sul web. La definizione "Legal high", concludono gli autori, oltre ad essere scientificamente non accurata, si trascina dietro il rischio di una pubblicità di questa tipologia di droghe, in quanto enfatizzerebbe una positività degli effetti e una disponibilità dei prodotti senza conseguenze legali, per sostanze che invece nella maggior parte dei casi, sono illegali e soprattutto correlate a seri rischi per la salute di chi le consuma.


Corazza, O., et al. ‘Legal highs' an inappropriate term for ‘Novel Psychoactive Drugs' in drug prevention and scientific debate. International Journal of Drug Policy (2012), http://dx.doi.org/10.1016/j.drugpo.2012.06.005


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)