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Dalle Nazioni Unite un focus su donne e uso di droga per via iniettiva

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Dalle Nazioni Unite un focus su donne e uso di droga per via iniettiva
 


Fonte: UNODC


Titolo originale e autori: United Nations Office on Drugs and Crime, Reference Group to the UN on HIV and Injecting Drug Use, Women who inject drugs: A review of their risks, experiences and needs, -February 2014, ISBN 978-0-7334-2934-7 


La pubblicazione, realizzata dai ricercatori appartenenti al gruppo consultivo indipendente delle Nazioni Unite in materia di HIV e uso di droghe per via iniettiva (Indipendent Reference Group to the United Nations on HIV and Injecting Drug Use), presenta una revisione degli studi e dei dati epidemiologici ad oggi disponibili in letteratura, sul problema dell’assunzione di sostanze stupefacenti per via iniettiva, specificatamente nel mondo femminile.


Il primo aspetto emerso dalla revisione è che le donne che assumono sostanze stupefacenti per via iniettiva presenterebbero dei bisogni differenti rispetto agli uomini, correrebbero maggiori rischi per la loro salute ed avrebbero una maggiore probabilità di subire violenze rispetto alla controparte maschile. Ciononostante, la maggior parte della letteratura sull’argomento ad oggi realizzata non fa distinzione di genere nel descrivere la diffusione del fenomeno. Ciò avverrebbe perché le donne rappresentano una minoranza se rapportate al totale della popolazione tossicodipendente che assume droga per via iniettiva o, ancora, perché sono più difficili da individuare all’interno dei gruppi di tossicodipendenti, mantenendo spesso un profilo più basso rispetto agli uomini.


Questo nonostante le donne presentino, stando ai dati riportati in diversi studi, una più alta percentuale di mortalità, un maggiore rischio di passaggio dal primo uso di sostanze a forme di dipendenza, un elevato numero di infezioni da HIV e alta probabilità di presentare comportamenti sessuali a rischio.


In aggiunta, l’assunzione di droghe per via iniettiva viene spesso considerata come difficilmente compatibile e giustificabile per il ruolo sociale assegnato alle donne, spesso di inferiorità e subordinazione, lasciando spesso spazio a forme di isolamento, stigmatizzazione e violenza maggiori rispetto a quelle subite dagli uomini. Il tutto sarebbe poi aggravato da una grande difficoltà di accesso in alcuni Paesi, a programmi di prevenzione e alle cure per le infezioni droga correlate.


I dati considerati portano i ricercatori a sottolineare la necessità di dedicare al fenomeno una maggiore attenzione, sia promuovendo programmi socio-sanitari mirati, che incentivando nuovi studi basati sulle evidenze.
 


http://www.dronet.org/comunicazioni/res_news.php?id=3033


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)