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Danni e rischi alcolcorrelati: statistiche e stime su rapporto tra assunzione di alcolici e infortuni sul lavoro

Danni e rischi alcolcorrelati: statistiche e stime su rapporto tra assunzione di alcolici e infortuni sul lavoro

A cura di Antonella Ciani Passeri (CeRIMP -Regione Toscana)
Intervento al convegno ALCOL E LAVORO. Analisi della situazione attuale e proposte per una normativa migliore
Statistiche e stime sul rapporto tra assunzione di alcolici e infortuni sul lavoro, gli effetti del consumo di alcol in

Italia e in Europa, i dati sui consumatori, i settori lavorativi a rischio e le conseguenze del consumo nei luoghi di lavoro,

sono alcuni dati contenuti negli atti del convegno "Alcol e lavoro. Analisi della situazione attuale e proposte per una

normativa migliore" che si è tenuto il 14 giugno 2010 a Firenze, organizzato dall'Azienda Sanitaria di Firenze in

collaborazione con la Regione Toscana e il Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro.
Per affrontare il problema del consumo di alcol e della sua capacità di influenzare notevolmente i rischi lavorativi, è

necessario raccogliere dalla letteratura alcuni dati numerici e statistici. A farlo è Antonella Ciani Passeri (CeRIMP -

Regione Toscana), nel suo intervento "Statistiche e stime su rapporto tra assunzione di alcolici e infortuni sul lavoro".
Riguardo al rapporto tra alcol e salute, la relatrice ricorda che in Europa (secondo i dati dell'OMS) l'alcol è:
- terza causa di mortalità prematura, dopo l'ipertensione e il consumo di tabacco;
- principale causa di cirrosi epatica nonché di 60 malattie e condizioni patologiche, incluso il cancro".
Mentre in Italia il consumo di alcol:
- provoca "30-35.000 decessi l'anno";
- è la prima causa di morte tra i giovani per incidenti stradali: alcune "stime di mortalità per incidenti alcol-correlate

(ISS): 26,25 % della mortalità maschile e 11,37 % di quella femminile";
- provoca "oltre 100.000 ricoveri attribuibili all'alcol" e circa "60.000 alcol-dipendenti".
Ma parliamo di lavoro. Negli ambienti lavorativi i problemi alcol-correlati provocano:
- aumento di assenze dal lavoro (3-4 volte superiori);
- 40% dei cambiamenti del posto di lavoro con un aumentata possibilità di licenziamento;
- riduzione progressiva della capacità lavorativa" (dopo 7 anni di abuso-dipendenza perdita del 15%, dopo 11 anni perdita del

50%, dopo 14 anni perdita del 75%);
- aumento del rischio di infortuni;
- costi sociali ed economici rilevanti.
Inoltre l'etanolo "interferisce sulla tossicocinetica e tossicodinamica di alcuni sostanze nocive (solventi organici,

metalli, pesticidi) potenziando il danno.
E se riguardo ai consumi annui medi pro-capite di alcol puro nella popolazione con più di 15 anni di età in Italia si è

assistito negli ultimi 30 anni a una diminuzione (-33, 3%), c'è stata una sensibile inversione di tendenza tra il 2001 e il

2003 (passando da 9,14 litri a 10,45 litri).
Se fortunatamente il nostro paese "si colloca nei posti più bassi della graduatoria europea per consumo pro-capite di alcol",

presenta comunque "livelli superiori a quelli raccomandati dall'OMS ai Paesi della Regione Europea per l'anno 2015".
Sempre riguardo al consumo si può affermare che in Italia (dati Istat 2009) si assiste ad una diffusione sostanzialmente

stabile del consumo negli ultimi 10 anni.