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Demenza giovanile: aumenta il rischio se si beve da adolescenti

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Demenza giovanile: aumenta il rischio se si beve da adolescenti
Giulia Ceschi


La demenza giovanile è un disturbo che si può manifestare attorno ai 35/40 anni e che si caratterizza per il malfunzionamento di alcuni gruppi di neuroni presenti nel cervello, che non riescono più a comunicare nel modo corretto le informazioni, rendendo il paziente incapace di attivare la memoria a breve termine.


Secondo un recente studio effettuato da un gruppo di studiosi della Umea University in Svezia e pubblicata di recente sul The Guardian, bere pesantemente da adolescenti aumenta il rischio per lo sviluppo di alcune forme di demenza giovanile.


I ricercatori hanno preso in esame quasi cinquecentomila uomini arruolati nel servizio militare del paese, tra il 1969 e il 1979, che avevano un'età media di circa 18 anni. A 487 di questi qualche anno dopo è stata diagnosticata una forma di demenza giovanile.


L'alcool, tuttavia, rappresenta solo uno dei fattori di rischio per la formazione di questa malattia; gli altri sono ictus, depressione, demenza del padre, scarsa funzione cognitiva alla coscrizione, bassa altezza alla coscrizione, assunzione di farmaci antipsicotici e alta pressione sanguigna sistolica. Tutti questi elementi di rischio costituiscono per il 68% dei casi la causa scatenante dell'Alzheimer precoce.


Durante lo studio è stato dimostrato come un paziente che mostrava avere due di questi fattori, aumentava il rischio di venti volte superiore di sviluppare questa malattia. E due terzi dei malati erano rappresentati da donne.


I ricercatori hanno annunciato: "Siamo molto lontani dal sapere esattamente perché alcune persone sviluppino la demenza e altri no. Tuttavia, ciò che questo studio dimostra ancora una volta, è che molte delle cose che stiamo cominciando a identificare come fattori di rischio sono controllabili: bere in modo eccessivo da adolescente o avere abitudini legate alla droga, ma anche la formazione di condizioni come la depressione presto potrebbero rivelarsi come la chiave per ridurre il rischio di demenza in età avanzata."


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)